Conclusi i difficili negoziati della COP27 a Sharm El-Sheikh. Nel secondo giorno supplementare si è giunti all'approvazione del fondo Loss and Damage per i danni provocati dalle avversità climatiche nei Paesi in via di sviluppo
Raggiunto l’accordo sul Loss and Damage, letteralmente perdita e danni, il fondo per i disastri climatici a che mette la parola fine alla COP27. Nelle primissime ore del mattino del secondo giorno supplementare del vertice sul clima tenutosi a Sharm El-Sheikh, il cruciale fondo è stato finalmente approvato.
History was made today at #COP27 in Sharm El-Sheikh as parties agreed to the establishment of a long-awaited loss and damage fund for assisting developing countries that are particularly vulnerable to the adverse effects of climate change. pic.twitter.com/spmWVUjTva
— COP27 (@COP27P) November 20, 2022
Dopo intensi giorni di negoziati e oltrepassata di gran lunga la scadenza fissata per venerdì 18 novembre, l’assemblea plenaria si è riunita nel corso della notte, raggiungendo intorno alle ore 4, ora locale, una conclusione sui temi più spinosi all’ordine del giorno. Tra questi vi era proprio il fondo Loss and Damage.
Chiedo a tutti voi di considerare questi progetti di decisione non semplicemente come parole sulla carta, ma come un messaggio collettivo al mondo che abbiamo ascoltato l’appello dei nostri leader e delle generazioni attuali e future per stabilire il giusto ritmo e la giusta direzione per l’attuazione dell’Accordo sul Clima di Parigi e il raggiungimento dei suoi obiettivi.
Il mondo sta guardando, invito tutti noi a soddisfare le aspettative affidateci dalla comunità globale, e in particolare da coloro che sono i più vulnerabili e tuttavia hanno contribuito meno al cambiamento climatico, ha dichiarato Sameh Shoukry, presidente della COP27.
L’assemblea plenaria ha così elaborato una prima bozza del L&D. Con ogni probabilità l’istituzione del fondo dovrà attendere la prossima COP28, che avrà luogo a Dubai dal 30 novembre al 12 dicembre 2023.
Cosa prevede il fondo Loss and Damage
Le Nazioni Unite chiariscono che il fondo offrirà sostegno finanziario ai Paesi più vulnerabili per le perdite e danni provocati dai disastri climatici intesi sia in termini economici che non. È prevista l’istituzione di un Comitato di transizione, la cui prima riunione dovrebbe tenersi entro marzo 2023.
Il Comitato di transizione si occuperà di fornire raccomandazioni per i nuovi accordi di finanziamento e di organizzare il fondo per la COP28 del prossimo anno.
Chiaramente questo non sarà sufficiente, ma è un segnale politico necessario per ricostruire la fiducia infranta, un passo importante verso la giustizia ha sottolineato Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite.
Il vertice si conclude ribandendo gli obiettivi comuni: limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, mantenere gli impegni presi per cambiare i modelli di business, abbandonare i combustibili fossi e ridurre drasticamente le emissioni globali.
Circa questo punto, però, la terminologia utilizzata da alcuni Stati non ha convinto pienamente. Nel comunicato stampa delle Nazioni Unite si legge infatti che “il nuovo linguaggio che include l’energia a “basse emissioni” accanto alle fonti energetiche rinnovabili come fonti energetiche del futuro è una scappatoia significativa poiché il termine indefinito potrebbe essere utilizzato per giustificare lo sviluppo di nuovi combustibili fossili contro la chiara guida dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) e dell’International Energy Agency (IEA)”.
Fonte: Nazioni Unite
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