Favorisce lo sviluppo del pensiero computazionale insegnando ai bambini a utilizzare la tecnologia in modo attivo e creativo. Insieme all'artigiana digitale Laura Tesolin di Atelier 3D scopriamo tutti i benefici del coding, sempre più presente anche nelle scuole
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Ultimamente si sente spesso parlare di coding, ma quanti di noi sanno effettivamente cos’è? Il termine indica la programmazione informatica, “materia” da grandi che in realtà può essere insegnata anche ai più piccoli.
Non a caso le scuole si stanno muovendo in questa direzione, anche in virtù degli innumerevoli benefici del coding, grazie al quale i bambini imparano a utilizzare la tecnologia in modo attivo e creativo anziché subirla passivamente.
Per non parlare dello sviluppo del cosiddetto pensiero computazionale, ovvero – la capacità di analizzare un problema attraverso un ragionamento chiaro e preciso -, scomponendolo in più parti al fine di risolverlo in modo più semplice. Abilità che può rivelarsi utile anche sul lungo termine per risolvere problemi di varia natura.
Per saperne di più sui benefici del coding per i bambini, abbiamo intervistato l’artigiana digitale Laura Tesolin di Atelier 3D, che da anni tiene corsi nel proprio Atelier, e nelle scuole, per favorire lo sviluppo del pensiero computazionale.
In che modo il coding può insegnare ai bambini un uso meno passivo della tecnologia?
I dispositivi digitali sono utilizzati da bambini e ragazzi prevalentemente come svago. La maggior parte delle app e dei giochi non sono progettati per sviluppare il pensiero creativo, ma rischiano di creare un atteggiamento passivo nell’uso del digitale.
Il coding invece dà un approccio attivo e creativo: il bambino “invece di comprare un videogioco se lo crea, invece di acquistare l’ultima app impara a disegnarla, invece di giocare con il cellulare impara a programmarlo”. Queste sono le parole dell’ex presidente Obama indirizzate a tutti gli studenti americani per invogliarli ad applicarsi nell’informatica e nel coding, perché importante per il loro futuro e del loro paese.
Quali sono i benefici del coding sul cervello e sul pensiero dei bambini?
Il coding serve per imparare a programmare e imparare a ragionare. È utile per sviluppare un modo di pensare che si chiama pensiero computazionale. Il pensiero computazionale è la capacità di analizzare un problema attraverso un ragionamento chiaro e preciso. Nel contesto di rapido cambiamento in cui viviamo, il pensiero computazionale è stato definito il “set di abilità del 21° secolo”, in cui le abilità del fare e pensare in modo creativo sono molto importanti.
Quali competenze vengono sviluppate attraverso il coding?
Le competenze che vengono messe in gioco sono il pensiero algoritmico, l’astrazione, la decomposizione, il riconoscimento di modelli, la valutazione e la logica. Senza entrare nei dettagli tecnici, le competenze sviluppate sono quelle che permettono di trasformare problemi complicati e disordinati in una struttura che un computer, che è senza mente, può risolvere senza molta assistenza da parte dell’uomo. Questa è la definizione di coding (Cuny, Snyder, Wing, 2010).
Quanto e perché è importante insegnare il coding a scuola?
Il Ministero dell’Istruzione sta introducendo il coding nella normale programmazione scolastica già dalla scuola dell’infanzia, perché sviluppa delle abilità che saranno importanti per i bambini qualsiasi lavoro andranno a fare.
Si stima che due terzi degli studenti che oggi sono a scuola, finiranno per fare lavori che non sono ancora stati inventati (dal libro Now you see it, Cathy Davidson), allora la domanda è: che cosa insegniamo a questi ragazzi? Insegniamo a sviluppare un modo di pensare che permetterà loro di rispondere alla realtà sempre più complessa in cui viviamo.
Il coding è per tutti?
Assolutamente sì. Le abilità che mette in campo il bambino per creare il suo videogioco, sono le stesse che mettono in gioco l’informatico e il manager nel loro lavoro. Ma più in generale è utile per tutti i cittadini comprendere la tecnologia sempre più presente nelle nostre vite.
Coding e opportunità per il futuro: cosa sai dirci al riguardo?
Se il coding può essere definito come il pensare come un informatico, dobbiamo considerare che alla base di tutto c’è sempre l’obiettivo di aiutare le persone a comunicare, trovare informazioni, risolvere problemi. Chi applicando il pensiero computazione risolve un problema, lo risolverà per sempre e creerà la base per costruire il futuro. Si tratta di patrimonio culturale immateriale, che i Codeweek Ambassador europei hanno chiesto all’Unesco di riconoscere.
Parlando di futuro poi voglio spendere due parole per il movimento Girls who code, che ha l’obiettivo di ridurre il gender gap nell’informatica e coinvolgere più bambine e ragazze. Il campo dell’informatica è prevalentemente maschile, ma ha una reale necessità del punto di vista femminile per creare un futuro digitale completo, sempre con l’obiettivo di aiutare le persone a comunicare, trovare informazioni, risolvere problemi.
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