L'olio essenziale di origano si è rivelato una soluzione ottimale contro uno dei problemi più diffusi nell'industria alimentare
Dall’ENEA, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, arriva una ricerca sperimentale che ha indagato gli effetti antimicrobici dell’olio di origano su cibi e bevande confezionate.
Uno dei pericoli più grandi in cui potremmo incorrere ogni giorno è la contaminazione dovuta a cibi che sviluppano microbi e batteri. Per questo, in vari settori dell’industria alimentare ci sono pratiche di conservazione e sterilizzazione – come la pastorizzazione – che di solito avvengono tramite temperature elevate, che possono danneggiare il prodotto in questione. (Leggi anche: Succhi di frutta: non solo pastorizzazione, l’olio di origano previene le contaminazioni (mantenendo tutti i nutrienti)
Di recente però, soprattutto grazie al 5×1000 donato alla ricerca, l’ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA) ha raggiunto un traguardo importante per la sterilizzazione dei succhi di frutta.
Il metodo utilizzato fino ad ora è la pastorizzazione – che però ha bisogno di una temperatura relativamente alta che va ad intaccare le proprietà organolettiche e nutritive dei succhi. L’olio di origano riesce a sterilizzare i succhi usando solo un trattamento termico blando, risparmiando sui tempi e sulle risorse energetiche necessarie alla sterilizzazione.
Ma come fa l’olio di origano a neutralizzare i microbi?
L’olio di origano è estremamente idrofobico – quindi refrattario all’acqua – una capacità che gli permette di penetrare la barriera cellulare dei microbi e interferire con il loro ciclo vitale, rendendo molto complessa la riproduzione.
Infatti, la ricerca dell’ENEA si è basata su uno dei batteri più problematici per gli esseri umani: l’Escherichia Coli. L’olio di origano riesce a bloccare la proliferazione già con una temperatura di 65 gradi. La combinazione del trattamento termico e dell’olio di origano ha dato il risultato a lungo termine più promettente di tutti i test svolti in laboratorio, riuscendo a dimostrarsi un’alternativa superiore alla pratica attualmente in uso.
Questo nuovo trattamento, rispetto a quello utilizzato su scala industriale al momento, ha il vantaggio di ridurre di molto i costi di produzione, oltre che lasciare intatte le proprietà organolettiche e i valori nutritivi.
Fonte: ENEA
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