Venti cammini in venti regioni italiane: è il progetto Smart walking lanciato da Davide Fiz che unisce il turismo lento allo smart working: ci si sposta a piedi al mattino e si lavora da remoto il pomeriggio
Riscoprire a piedi l’Italia dimenticata che però ha ancora tanto da raccontare. Sul suo zaino ha cucito la bandiera della pace. Incontro Davide Fiz, ideatore del progetto ‘Smart walking’ durante l’evento ‘Noi camminiamo in Sardegna’, dove oltre al turismo lento, la parola d’ordine è condividere le proprie esperienze.
Così, mentre facciamo insieme i 20 chilometri che da Iglesias ci portano a Sant’Antioco, mi racconta che da marzo scorso, al mattino cammina per l’Italia e il pomeriggio lavora in smart working.
Ligure ma con accento toscano, Davide oggi si sente cittadino di ognuna delle 20 regioni italiane in cui, in questi 8 mesi, ha visto borghi, raccontato bellezze, conosciuto persone, assaporato esperienze. Di base commerciale freelance, il suo progetto è nato dopo la fine di una relazione.
“Sono partito per Santiago de Compostela, ma poi ho deciso di non fermarmi più- mi racconta mentre attraversiamo la Grande miniera mineraria- di prendere un po’ di tempo per me, per nuovi progetti, per ritrovare me stesso e praticare un turismo lento, più sostenibile”.
Il suo zaino è veramente minimal, c’è solo l’essenziale. I suoi occhi curiosi sono sempre a caccia di un particolare. Che sia un borgo silente, una montagna incontaminata o un albero solitario poco importa. Davide immortala il momento e proietta i suoi follower dentro lo scatto. “La vita è un viaggio senza mappa”, c’è scritto in una delle sue fotografie. Quella stessa vita, che Davide ha deciso di cambiare in maniera netta, uscendo dalla cosiddetta confort zone per fare trekking e cercare ospitalità diffusa.
“Cammino da anni, ma il cambiamento definitivo c’è stato dopo un viaggio di una settimana in Umbria con una mia amica. Per la prima volta lì ho sperimentato quello che poi è diventato una sorta di slogan smart walking for smart working”, mi dice ancora.
Camminatore dal 1998, nomade digitale da oltre un decennio, Davide organizza i suoi viaggi in maniera dettagliata.
“La mattina cammino per circa 5 ore, il pomeriggio mi fermo per lavorare nel posto in cui mi danno ospitalità, chiaramente cerco strutture che siano in linea con la sostenibilità ambientale, che abbiano prodotti locali e a chilometro zero. Ma anche negli spostamenti per arrivare da una regione all’altra, cerco di essere il meno impattante possibile”, mi racconta ancora.
Non è la prima volta che vi raccontiamo esperienze di questo tipo, in un mondo dominato dalla frenesia, sono tanti coloro che decidono di abbracciare un nuovo modo di fare turismo, non più mordi e fuggi, ma soprattutto consapevole che faccia bene al corpo, alla mente e all’ambiente.
Mentre riempiamo la borraccia davanti ai nostri occhi si spalanca la laguna sarda con i suoi fenicotteri, un paio di scatti, un panino all’ombra dei menhir, il tempo di aggiornare i social per raccontare questa avventura e ripartiamo.
Tra i tanti cammini percorsi da Davide ci sono il Cammino Materano, Cammino del Salento, Cammino del Negro, Cammino degli Aurunci, Cammino di San Pietro Eremita, Cammino Con le Ali ai Piedi, Alta Via dei Monti liguri. E ancora, il Cammino dei Ribelli, Cammino dei Mille, Cammino di Etruria, Via di Linari, Cammino Balteo, Romea Strata, Via Valeriana, Cammino Fogazzaro – Roi, Cammino Minerario di Santa Barbara, Cammino di San Vili, Via di Francesco, Cammino dei Cappuccini. L’ultimo è il Cammino di San Francesco di Paola.
Duemila e cinquecento chilometri lungo tutta la penisola non sono pochi, ma Davide non ha intenzione di smettere di camminare e di sognare.
“Ho già deciso che non mi fermerò perché il progetto oltre ad essermi esploso fra le mani, piace tanto. C’è chi mi segue sui social, ma c’è tutta una comunità di viaggiatori che mi contatta per camminare assieme. Ma non solo. Chiedersi se e come lo smart working possa diventare una risorsa funzionale ed efficace alla promozione delle aree rurali per dare vita a nuove forme di promozione e turismo è, in questo momento storico, del tutto legittimo e i cammini potrebbero essere i nuovi interlocutori di una trasformazione culturale”.
E attraverso i suoi racconti, Davide mostra che vivere in armonia, senza sprechi e utilizzando in modo consapevole la tecnologia, è possibile.
Smart Walking Fest
In questi giorni si è svolta la prima edizione dello Smart Walking Fest a Carsoli, in provincia de L’Aquila, un momento di confronto e di scambio per interrogarsi sulle nuove forme di smart working in relazione all’ambiente e ai territori italiani.
Due giornate di tavole rotonde e trekking in cui ci si è confrontati su esperienze e buone pratiche da nord a sud dell’Italia. Prossimo obiettivo, ideare il primo Manifesto dello Smart Walking: un vero e proprio “timbro di qualità” che certifichi e guidi non solo i camminatori ma anche i nuovi nomadi digitali in tutte le proprie espressioni professionali. Niente che snaturi il senso profondo del camminare, piuttosto una rilettura moderna che vada incorno a nuovi stili di vita.
Per seguire il progetto Smart walking CLICCA QUI
Leggi anche:
- Questo è il modo migliore per camminare secondo gli scienziati: migliora la qualità di vita e riduce la depressione
- Camminare allunga la vita, a patto che non ti basi solo sul numero dei passi che fai ogni giorno
- Sulle orme di Sant’Antioco in Sardegna: il suggestivo cammino tra fenicotteri rosa e antichissimi nuraghi