Molte aziende con obiettivi per la sostenibilità ambientale stanno alimentando il greenhushing, il silenzio verde. Non pubblicizzare le buone pratiche rende più difficile controllare gli obiettivi climatici aziendali e limita la condivisione delle conoscenze sulla decarbonizzazione
Hai mai sentito parlare del greenhushing? Il termine greenwashing ovvero affermazioni false o fuorvianti sulla sostenibilità delle aziende, è ormai entrato nel nostro immaginario comune e addirittura nella Treccani, ma che dire del greenhushing?
Questo termine si usa quando le aziende annunciano un obiettivo climatico ma poi, nel concreto non intendono rendere pubblici i propri impegni a favore del suo raggiungimento: è il cosiddetto ‘silenzio verde’. Secondo il rapporto South Pole Net Zero and Beyond: A Deep-dive on Climate Leaders and What’s Driving Them, numerose aziende sembrano attente al clima, ma una su quattro non intende parlarne. Ciò rende più difficile la valutazione degli obiettivi climatici aziendali e limita la condivisione delle conoscenze sulla decarbonizzazione, portando potenzialmente alla definizione di obiettivi meno ambiziosi e alla perdita di opportunità di collaborazione tra settori industriali.
Nello specifico, il rapporto rileva che la pressione dei consumatori e la leadership del marchio rimangono i due principali fattori che spingono le aziende a fissare un obiettivo net-zero, ma i risultati suggeriscono che la definizione degli obiettivi potrebbe diventare una strategia reputazionale essenziale, e non eccezionale, per le aziende. Nell’ultimo anno tre quarti di tutte le aziende intervistate hanno aumentato i loro budget per l’azzeramento delle emissioni e anche la maggioranza di quelle che non sono sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi di azzeramento delle emissioni sta ampliando i propri team di sostenibilità.
Il rapporto ha intervistato i responsabili della sostenibilità di oltre 1200 grandi aziende con obiettivi net-zero in 12 Paesi e settori diversi. Oltre agli obiettivi net-zero, quasi tutte hanno fissato obiettivi di riduzione delle emissioni basati su dati scientifici o prevedono di farlo entro il prossimo anno.
Tuttavia, il rapporto di quest’anno rivela che, sebbene alcune aziende stiano fissando obiettivi net-zero basati su dati scientifici, una parte significativa di esse non li pubblica.
L’anno scorso, in vista della COP26, centinaia di aziende in tutto il mondo hanno fissato obiettivi net-zero e li hanno pubblicati con campagne di alto profilo. Da allora l’ambizione delle aziende non è diminuita, e i dati di South Pole confermano che le aziende continuano a fissare obiettivi net-zero di pari passo con l’aumento dei budget messi a disposizione per realizzarli. Tuttavia, solo un anno dopo, in vista della COP27, questa crescente resistenza a rendere pubblici gli obiettivi climatici allineati alla scienza solleva domande sul perché alcune aziende non vogliono renderli noti.
Published today, our annual #NetZero report reveals an emerging practice among companies – #greenhushing. Based on a survey of +1,200 companies, we found that many of them do not plan to talk about their science-aligned #climatetargets. Find out more https://t.co/GLnZYAksst pic.twitter.com/SOjdfaQxQK
— South Pole (@southpoleglobal) October 17, 2022
“Vediamo che le aziende orientate alla sostenibilità supportano sempre più i loro obiettivi con tappe di riduzione delle emissioni basate sulla scienza, il che è assolutamente l’approccio giusto. Ma se oggi un quarto di esse non fornisce dettagli su ciò che rende credibile il proprio obiettivo, è possibile che si stia diffondendo un silenzio climatico aziendale”, afferma Renat Heuberger, CEO di South Pole.
Parlare delle sfide da affrontare per raggiungere il net-zero è essenziale, poiché il greenwashing persiste e le controversie sono in aumento.
“L’azione aziendale per il clima è un ingrediente necessario e gradito per rallentare la crisi climatica. Se un maggior numero di aziende si mette in prima linea parlando apertamente dei propri obiettivi, ciò spronerà le molte altre che devono ancora fissare obiettivi aziendali – possibilmente allineati con la scienza”, afferma Renée Morin, Chief Sustainability Officer di eBay.
Anche tra i grandi emettitori autodefiniti – il 76% dei quali aveva obiettivi net-zero allineati alla scienza – quasi un quarto ha deciso di non pubblicare i propri traguardi al di là di quanto prescritto. Se la comunicazione delle prestazioni climatiche è messa a tacere anche tra gli emettitori pesanti più proattivi, quelli che hanno i riflettori dei media e delle normative puntati addosso, come si potrà mai incentivare un’accelerazione in questo senso tra i grandi inquinatori non quotati?
Fonte: South pole
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