Dopo la censura del murale, Marge Simpson riappare davanti al consolato iraniano di Milano (stavolta con il dito medio alzato) 

L'opera raffigurante Marge Simpson a sostegno delle donne iraniane, diventato un manifesto di resistenza e libertà, è ricomparsa davanti al consolato di Milano ed è ancora più incisiva di prima

In meno di 24 ore il murale che ritraeva Marge Simpson intenta a tagliarsi la lunga chioma blu, realizzato davanti al consolato iraniano di Milano, è stato rimosso. Ma dopo il tentativo di censura l’opera d’arte è ricomparsa sul muro, più battagliera che mai. Se prima la moglie di Homer aveva un’espressione triste e angosciata, adesso è stata raffigurata con la faccia stravolta dalla rabbia, il dito medio alzato e gli iconici capelli nell’altra mano.

Quel dito medio è un atto di dissenso contro il regime iraniano (ma adesso anche contro ogni forma di censura) che sta facendo di tutto per mettere a tacere e stroncare la vita delle coraggiose donne che da settimane – dalla morte della giovane Mahsa Amini – manifestano per pretendere democrazia e libertà. Lo stanno facendo a colpi di forbice e bruciando i loro veli islamici nelle strade e nelle piazze, rischiando la vita.

Nelle proteste, represse duramente dalle forze dell’ordine iraniane, sono stati uccise oltre 180 persone, fra cui diversi bambini, secondo quanto riportato dall’associazione Iran Human Rights.

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Il potente murale, che prende il nome di The Cut 2, ricomparso a Milano è un omaggio dell’artista e attivista aleXsandro Palombo, che ha deciso di accendere i riflettori sulla questione iraniana utilizzando la sua “arma” preferita: l’arte. E la scelta di optare per uno dei personaggi della popolarissima sitcom animata non è affatto casuale.

Dal 2012 il governo dell’Iran ha vietato la commercializzazione e diffusione dei Simpson perché secondo il regime “corrodono la morale della gioventù iraniana – spiega Palombo, aggiungendo che la rimozione della sua precedente opera ha suscitato un’ondata di indignazione e spinto migliaia di giovani iraniani in tutto il mondo a condividerla come se fosse un “manifesto di resistenza e libertà”.

Mantenere viva l’attenzione su questo drammatico evento è di vitale importanza perché è l’unico modo che abbiamo per sostenere con forza i giovani iraniani. La loro libertà è la nostra libertà.

Vediamo quanto durerà adesso il nuovo murale di Milano…

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Fonte: Alexsandro Palumbo 

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