I genitori spesso abusano dell'aerosol, utile a contrastare la tosse ma solo in determinati casi. Spiega bene quando utilizzarlo (e quando invece evitarlo) il pediatra Claudio Olivieri
Quando i nostri figli tossiscono, la tentazione di togliere dalla scatola l’aerosol ed utilizzarlo è molto forte. In questo modo pensiamo infatti che il problema passerà più in fretta, ma non in tutti casi è vero.
A ricordare questo concetto fondamentale a tutti i genitori è il pediatra Claudio Olivieri che in un reel su Instagram risponde alla domanda che in tanti si fanno: va fatto l’aerosol ogni volta che il bambino tossisce?
Assolutamente no!
Il medico ricorda per prima cosa un concetto fondamentale, ovvero che la tosse non è una malattia ma un sintomo, quindi per prima cosa dobbiamo capire perché il bambino sta presentando tale sintomo, dunque la causa, e questo possiamo farlo solo rivolgendoci al nostro pediatra di fiducia.
Attenzione anche a non cadere nella tentazione di fare diagnosi via whatsapp o telefoniche, in questo modo infatti è impossibile capire da cosa sia causata la tosse. Come spiega il dottor Olivieri:
La tosse potrebbe essere causata da un’infezione delle alte vie aeree o delle basse vie aeree o da altro.
E il fatto che si tratti di un caso oppure dell’altro, cambia completamente la terapia.
Quando è necessario fare l’aerosol
Se la visita ha evidenziato la presenza di un raffreddore o di infiammazioni alle alte vie respiratorie, l’aerosol non va fatto, non c’è necessità di usare neanche cortisone o broncodilatatori. Il dottore consiglia in questo caso dei semplici lavaggi nasali.
Diversa la situazione se il bambino presenta un interessamento delle basse vie aeree con una diagnosi di:
- laringite
- asma
- bronchite asmatica
- bronchite
- bronchiolite
- broncopolmonite
Per ogni diagnosi c’è una terapia specifica da seguire e può essere solo il medico a darla, quindi evitiamo il fai da te con i nostri bambini.
Il dottor Olivieri sfata anche un altro falso mito sull’aerosol, ovvero quello che si può fare anche mentre il bambino dorme.
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Fonte: Dr Claudio Olivieri Instagram
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