In molte lo stanno facendo, il gesto di tagliare una ciocca dei propri capelli in segno di protesta. C’è chi è credibile e chi è lo è un po’ meno, ma l’importante è che si veicoli un messaggio: siano rese libere tutte le donne!
Mahsa, Hadis, Nika e molte altre. Nel loro nome le donne iraniane alzano la voce. Niente velo, una parola di troppo, una voce troppo alta, una coda di cavallo. Sono cose che non piacciono qui, in un Iran sotto scacco della polizia morale che non tollera.
Ma c’è un moto, un fremito, una ribellione che viene dalle più giovani: ridateci la libertà! E così, tutte insieme sì, si può provare a sconfiggere la paura e quelle regole che non hanno mai avuto ragione di esistere. Si ribellano, loro, le donne iraniane che si tirano su i capelli, che si tagliano ciocche. Gesti estremamente potenti contro quanto accade nel loro Paese.
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Movimenti che hanno scavallato ogni confine, che sono ripetuti giornalmente da gente comune, da studenti, da star dello spettacolo, da politici.
C’è chi può fare la differenza tra questi, come il membro svedese del Parlamento europeo, Abir al-Sahlani, che – tagliandosi una ciocca di capelli – ha voluto spronare i vertici delle istituzioni europee perché aumenti la pressione di Bruxelles sul Governo iraniano e per mostrare solidarietà alle manifestazioni antigovernative in Iran.
Al-Sahlani ha pronunciato un discorso commovente, facendo eco al mantra “donne, vita, libertà” sentito nelle proteste contro il regime iraniano seguite alla morte a settembre della 22enne Mahsa Amini per mano della polizia religiosa.
E intanto? Di tutta risposta le autorità iraniane hanno introdotto un blackout sui social in risposta ai video virali di donne che si tagliano i capelli e si bruciano l’hijab.
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Fonte: The Guardian
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