Pillole allo iodio, torna la paura per la minaccia nucleare: “scorte pronte, ma evitare corse in farmacia”, le rassicurazioni di Federfarma

Il segretario nazionale di Federfarma spiega l'inutilità e la pericolosità di assumere pillole allo iodio in modo preventivo contro una possibile minaccia nucleare

Torna la paura di un possibile attacco nucleare e con essa la psicosi per accaparrarsi le pillole di iodio in farmacia. Era già successo lo scorso marzo, quando gli attacchi russi in Ucraina erano alle prime battute e Mosca aveva preso con le armi il controllo della centrale nucleare di Zaporižžja: all’epoca si era scatenato il panico in tutta Europa per il possibile uso di queste armi e per le conseguenze ecologiche per tutto il continente.

Ciò aveva portato molte persone all’acquisto compulsivo di pillole di ioduro di potassio, un interferente endocrino in grado di inibire le funzionalità della ghiandola tiroidea, prevenendo così l’assorbimento di iodio radioattivo da parte di quest’ultima e, di conseguenza, il rischio di contrarre un cancro alla tiroide.

Ora il Governo di Mosca minaccia nuovamente il ricorso all’arma nucleare, come ultimo disperato attacco all’Ucraina. Questo ha riportato al centro dell’attenzione mediatica le strategie di tutela della popolazione contro la minaccia nucleare e, quindi, anche le pillole di ioduro di potassio.

Kiev ha disposto una distribuzione di ben 5 milioni di pillole allo iodio alla popolazione civile che vive nelle vicinanze delle centrali nucleari, come forma di prevenzione alle conseguenze di un eventuale attacco, ma in Italia qual è la situazione?

Sulla questione è intervenuto anche il Segretario Nazionale di Federfarma, Roberto Tobia.

Secondo Tobia, assumere pillole di ioduro di potassio come forma di prevenzione non ha alcun senso – anche perché assumere iodio senza una vera necessità potrebbe avere effetti dannosi e non protettivi a carico della tiroide.

Tuttavia, qualora la minaccia si facesse concreta e il rischio di contaminazione diventasse una realtà anche per la popolazione italiana, Tobia ha assicurato l’esistenza di un “un piano di distribuzione straordinario in farmacia” di pillole allo iodio, poiché il nostro Paese è dotato di scorte sufficienti per tutti i cittadini – come del resto accade anche nei Paesi europei che ospitano sul loro territorio centrali nucleari.

Quindi, lo ribadiamo, non ha alcun senso comprare pillole di ioduro di potassio in farmacia o su Internet (purtroppo questi farmaci sono in vendita anche online e possono essere acquistati senza alcun controllo): mai come in questo caso, il fai da te è ancor più pericoloso dell’eventualità di un attacco nucleare, che potrebbe anche non verificarsi.

Del resto, come già spiegammo in questa intervista, i preparati contenenti iodio che possiamo trovare in farmacia o su Internet e che possiamo acquistare senza ricetta sono poco più che integratori e non apportano quantità di ioduro di potassio sufficienti a bloccare la funzione tiroidea. Quindi, serve un provvedimento di sanità pubblica – per il quale il nostro Paese sembra essere pronto.

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Fonte: Federfarma

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