Bimbo colpito di striscio da un cacciatore mentre era a passeggio sulla pista ciclabile in provincia di Trento

Un bambino è stato colpito di striscio da una fucilata mentre passeggiava con la sua famiglia in Trentino la scorsa domenica. Il bimbo è ricoverato in ospedale e la famiglia ha sporto denuncia per quanto accaduto. Associazioni e cittadini chiedono urgentemente una maggiore sicurezza durante la stagione venatoria

Passeggiava con la sua famiglia lungo una pista ciclabile in provincia di Trento la scorsa domenica quando è stato raggiunto da un proiettile scagliato da un cacciatore lungo il fiume Adige. Così un bambino è finito in ospedale, colpito di striscio da una fucilata.

Il recente incidente ha sconvolto tutto il Trentino e non solo, dimostrando quanto anche i luoghi che vengono ritenuti “sicuri” per i cittadini in realtà non lo siano del tutto. Lo era la pista ciclabile e proprio lì una giornata all’aperto in famiglia si è tramutata in un orribile incubo.

La famiglia del bimbo ha intanto sporto denuncia alle Forze dell’Ordine e l’associazione ENPA sollecita una riunione del Comitato per la sicurezza pubblica, chiedendo l’immediata sospensione della caccia. Ogni anno con l’apertura della stagione venatoria gli incidenti non fanno che aumentare.

Queste persone armate che vagano per il territorio sono ormai un vero pericolo. Imbracciano fucili che possono uccidere animali di grossa taglia (un cervo adulto supera i due quintali di peso) e a grande distanza (la gittata dipende dalla dimensione dei pallini e dalla carica della cartuccia, in genere va dai tra i 150 ai 300 metri per una munizione spezzata e supera i 1.500 metri per un fucile a canna liscia e a palla unica).

Mentre ogni anno si contano decine e decine di vittime in tutto il Paese, è paradossale che nella terra in cui si pretende di istituire le ronde anti-lupo del tutto immotivate – gli animali selvatici di notte si avvicinano ai centri abitati, perché attirati dai rifiuti abbandonati –  e dove si pretende che si riunisca il comitato per la sicurezza, perché una madre orsa mette in atto un falso attacco per proteggere i propri cuccioli, ciclisti e famiglie con bambini non possono fruire in sicurezza delle piste ciclabili, fra le maggiori e più gettonate attrazioni del Trentino, che richiamano migliaia di turisti, appassionati delle due ruote, ogni anno, garantendo un indotto di tutto rispetto, ha commentato l’ENPA.

Secondo il dossier Vittime della caccia per l’anno 2021-2022 sono state 90 le persone colpite “erroneamente” da proiettili. Di queste 24 hanno perso la vita. Sarebbe potuto essere così anche per questo bambino, vittima di una caccia selvaggia ben oltre i limiti.

L’incidente si sarebbe potuto concludere nell’ennesima tragedia. Cos’altro deve succedere per abolire una volta per tutte la caccia e garantire la sicurezza di abitanti e famiglie, esposti ai proiettili anche in luoghi protetti?

Fonte: ENPA

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