Le statine, comuni farmaci utilizzati per curare il colesterolo, potrebbero aiutare migliaia di persone a combattere il cancro alla prostata. La scoperta di un recente studio
Il cancro alla prostata, al giorno d’oggi, rappresenta la seconda causa più comune di decesso per cancro negli uomini del mondo occidentale. Inoltre, si stima che in Italia nell’arco della propria vita 1 uomo su 9 abbia la probabilità di ammalarsi.
Il trattamento del cancro alla prostata non è uguale per tutti, ma è personalizzato a seconda dello stadio della malattia e delle caratteristiche della persona colpita. Tuttavia, di solito la terapia consiste in una combinazione di radioterapia e terapia ormonale, in cui i livelli di testosterone vengono abbassati al fine di rallentare la crescita del tumore.
Ciò nonostante, il cancro alla prostata resistente alla castrazione (CRPC), ossia quando diventa resistente al trattamento con terapia ormonale, è attualmente molto difficile da trattare e più del 25% dei pazienti ancora muore entro 5 anni dalla diagnosi.
Partendo da questi dati, il team di ricerca del Cancer Research UK Beatson Institute di Glasgow ha pubblicato recentemente uno studio su BJU International, secondo cui i comuni farmaci anti-colesterolo, le statine, potrebbero aiutare migliaia di persone a combattere il cancro alla prostata.
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Lo studio
I ricercatori dello studio si erano posti l’obiettivo di dimostrare l’efficacia delle statine nel trattamento del cancro alla prostata, con particolare riferimento a quello resistente al trattamento con terapia ormonale. Ritenendo, infatti, che le statine possano impedire al tumore di produrre androgeni dal colesterolo, in modo da tagliare una via per il cancro alla prostata di resistere alla terapia ormonale.
Nello specifico, i ricercatori hanno monitorato per 6 settimane i livelli di antigene prostatico specifico (PSA) in 12 pazienti, nessuno dei quali assumeva già statine prima dell’inizio dello studio. Inoltre, livelli elevati di PSA sono spesso indicatori di cancro alla prostata, sebbene possano anche diventare elevati nelle persone con una prostata infiammata o ingrossata.
Ai pazienti è stata somministrata una pillola di atorvastatina da 40 mg ogni giorno per sei settimane, insieme alla tradizionale terapia di deprivazione androgenica, che riduce gli androgeni nel flusso sanguigno. Dalle analisi effettuate è emerso che 11 dei 12 pazienti hanno visto diminuire i loro livelli di PSA. Un solo paziente ha visto i livelli diminuire del 50%.
In conclusione, lo studio dimostrerebbe i primi segnali incoraggianti su come le statine possano aiutare a rallentare la crescita del cancro alla prostata, anche se sono ancora necessari ulteriori e più ampi studi al riguardo.
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Fonte: BJU International
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