Nelle acque al largo delle coste yemenite giace dimenticata una superpetroliera carica di greggio che minaccia la popolazione locale
Lo stato dello Yemen, in Medio Oriente, è sull’orlo di un vero e proprio disastro ambientale che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di migliaia di persone. Dal 2015 la superpetroliera FSO Safer arrugginisce al largo delle coste del Paese, con all’interno un carico di oltre un milione di barili di greggio che rischiano di riversare il loro contenuto nelle acque del Mar Rosso.
Le correnti instabili e il forte vento previsti dai meteorologi per i prossimi mesi aumenteranno il rischio che la nave vada in pezzi e che il suo carico inquinante vada disperso nell’ambiente marino, esponendo migliaia di esseri viventi – piante, animali, umani – a sostanze altamente tossiche e pericolose.
Ma non solo: l’ecosistema costiero risulterebbe gravemente compromesso da questo sversamento, come pure gli impianti di desalinizzazione che rendono l’acqua di mare potabile per la popolazione dei residenti – per non parlare delle attività di pesca locali, che subirebbero i danni maggiori di un ambiente così inquinato. Insomma, sarà un grande disastro ambientale che rovinerà ogni cosa, secondo i residenti.
A porre i riflettori sul problema è l’associazione no-profit Save The Children, che esorta la comunità internazionale a farsi carico anche del problema yemenita, trattandolo come un’emergenza internazionale e sbloccando subito risorse economiche per evitare che si verifichi il disastro tanto temuto.
Infatti, se proprio all’inizio di questa settimana le Nazioni Unite avevano annunciato di aver raggiunto l’obiettivo economico necessario a rimuovere i barili di petrolio dal relitto, nel concreto i Paesi finanziatori devono ancora versare quanto hanno promesso per dare inizio alle prime fasi dell’operazione.
L’associazione umanitaria teme in particolar modo per la sopravvivenza dei più piccoli: lo sversamento in mare di greggio comprometterebbe anche il traffico marittimo nel porto di Hodeidah, il principale punti di ingresso degli aiuti umanitari in Yemen, e ciò negherebbe a milioni di bambini l’accesso alle cure vitali per la loro sussistenza.
I bambini dello Yemen sono già stati messi a dura prova. Sono stati bombardati, sfollati e i loro diritti sono stati violati – spiega il Direttore nazionale di Save the Children per lo Yemen, Rama Hansraj. – A molti è stata rubata l’infanzia e il loro futuro è stato compromesso.
Tuttavia, da quando è entrato in vigore l’accordo di tregua, la speranza è stata temporaneamente rinnovata e ha iniziato a emergere la possibilità di un futuro migliore. Ancora una volta, però, i bambini yemeniti si trovano ad affrontare un nuovo disastro che rischia di esacerbare le conseguenze che otto anni di guerra hanno avuto sullo Yemen.
Sempre secondo i dati forniti da Save The Children, più di due terzi della popolazione ha già bisogno di assistenza umanitaria, mentre almeno la metà della popolazione soffre di insicurezza alimentare. Escludere queste comunità già poverissime dalla loro unica fonte di reddito, ovvero la pesca, e chiudere l’accesso agli aiuti umanitari provenienti dall’estero potrebbe rappresentare la loro fine.
Fonte: Save The Children
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