La depressione non è uno stato d'animo, ma una malattia. Purtroppo, la salute mentale rappresenta ancora un tabù, che dobbiamo abbattere.
![Manuel Vallicella](https://www.greenme.it/wp-content/uploads/2022/09/manuel_achille_vallicella_125197579_395735551551596_7624043848770664838_n.jpg)
La scomparsa di Manuel Vallicella, morto suicida all’età di 35 anni, mi ha portato a fare una riflessione che vorrei condividere con voi.
Spesso, più o meno inconsapevolmente, utilizziamo delle frasi che rivelano quanto poco sappiamo a proposito di alcune malattie mentali, come ad esempio la depressione. Quante volte capita di dire o di sentir dire «Oggi mi sento depresso» o «Questa notizia mi ha depresso», come se la depressione fosse uno stato d’animo momentaneo, transitorio?
Il fatto che conosciamo poco determinate malattie, poi, ci porta a prenderle poco sul serio, a credere – erroneamente – che si possa decidere di evitarle o di guarire. E così si finisce per dire o sentirsi dire «Non pensarci», «Pensa a chi sta peggio», «Non ti manca nulla».
Nessuno che abbia mal di testa si sognerebbe mai di dire (giustamente) «Oggi mi sento un tumore», come nessuno direbbe mai a una persona malata di cancro «Non pensarci». Il problema è tutto qui: si pensa che le malattie mentali non siano malattie o che, alla meglio, non abbiano la dignità e la pericolosità di altre malattie.
La depressione non è uno stato d’animo, non è stress, non è un lato caratteriale, non è nemmeno la causa scatenante che l’ha provocata: è una patologia specifica e rappresenta una mancanza patologica di energia. In quanto malattia, si può curare (sia a livello psicoterapeutico che farmacologico) e da cui si può guarire.
Le malattie mentali, inutile girarci intorno, rappresentano ancora un tabù. Si fa fatica a parlarne, a farsi ascoltare e prendere sul serio. Si fa fatica persino a far comprendere la cosa più importante: riguardano tutti, nessuno ne è escluso, non c’è un’età in cui si è più predisposti alla malattia. Prima ne saremo consapevoli, prima impareremo a intervenire per tempo.
Bisogna curare le malattie mentali come si fa con tutte le altre, perché non sono «un momento che passa». Un braccio rotto non torna a funzionare se fai finta che funzioni, allo stesso modo una mente non torna sana se non viene curata. E non si rimanda la cura perché «c’è chi sta peggio», perché le malattie mentali sono pericolose e mettono a rischio la vita, esattamente come tutte le altre malattie.
Produrre etichette a zero emissioni: Avery raggiunge la carbon neutrality
AverySono un ingegnere e ti spiego come certificare la tua tecnologia ambientale
Enea