Stiamo per salutare un'estate terrificante, all'insegna di record negativi per le ondate di calore (che ci hanno lasciato senza fiato) e la siccità (che ha messo in ginocchio l'agricoltura europea). Ma se non interveniamo in maniera efficace per proteggere il clima, il futuro sarà ancora più drammatico
Forse mai come quest’anno abbiamo atteso con trepidazione l’arrivo dell’autunno, che entrerà ufficialmente il 23 settembre alle 03:03 (ora italiana). Quella che stiamo per lasciarci alle spalle è stata un’estate invibile, che ha messso a dura prova non solo noi umani, ma anche animali e interi ecosistemi.
Sta per concludersi una stagione infuocata in cui è stato raggiunto l’ennesimo record negativo per il clima: quella del 2022 si è rivelata, infatti, la più calda della storia d’Europa, come confermato dal monitoraggio del servizio europeo Copernicus Climate Change Service (C3S).
Mentre agosto è stato il terzo più caldo di sempre per il Vecchio Continente, con una temperatura media di 0,3 gradi più alta della media rilevata in 20 anni.
L’afa ci ha lasciato letteralmente senza fiato e costretto molti ad accendere i climatizzatori già all’inizio dell’estate. In città come Roma e Milano si sono verificati numerosi blackout a causa dell’utilizzo eccessivo dell’aria condizionata. Il caldo asfissiante ha interessato gran parte del Pianeta, dal Pakistan all’India (dove i termometri hanno sfiorato i 50°C), dalla Spagna alla Cina, in cui le ondate di calore senza precedenti sono state così potenti da arrivare a deformare strade ed edifici.
Caldo, siccità, alluvioni devastanti: i campanelli d’allarme di un’estate da dimenticare
Ma il caldo non è stato l’unica piaga di questa stagione. Abbiamo dovuto fare i conti con una siccità record, che ha reso fiumi come il Po e il Tevere irriconoscibili e lasciato all’asciutto anche laghi, fra cui quello di Como e il lago Maggiore. Oltre a mettere in ginocchio il settore agricolo, questa situazione d’emergenza ha portato alcune città a mettere in atto delle misure di razionamento idrico. In Paesi come la Germania, la siccità ha rallentato anche il trasporto commerciale attraverso il Reno.
E, naturalmente, non sono mancati gli incendi. Tra i Paesi europei più colpiti dai roghi la Spagna, la Francia e l’Italia. Nella nostra nazione soltanto nel periodo estivo si sono verificati almeno 5 grandi roghi, che hanno devastato ettari di boschi e campagne, causando danni a livello ambientale e al turismo. Per la capitale, interessata da centinaia di incendi (molti dei quali dolosi), quella del 2022 è stata un’estate terrificante.
E dopo settimane di ondate di calore infernali e assenza di pioggia, è arrivato l’epilogo drammatico: grandinate, spaventose trombe d’aria e alluvioni. Il più devastante quello avvenuto nelle Marche qualche giorno fa e che è costato la vita a una decina di persone.
Esattamente un anno una situazione analoga si è verificata in Belgio e in Germania, dove le alluvioni hanno causato oltre un centinaio di morti. Caldo torrido ed eventi meteorologici estremi, in realtà, sono semplicemente due facce della stessa medaglia: quella della crisi climatica.
Quella del 2022 potrebbe essere soltanto la prima di una lunga serie di estati infernali. Sta a noi decidere se restare a guardare e a pagarne le conseguenze (anche con la vita) o agire cambiando il nostro stile di vita e mettendo in atto misure concrete per tutelare il Pianeta.
Fonte: Copernicus EU
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