Non solo Marche, la mappa dell’Italia più a rischio idrogeologico: da inizio anno ci sono state già 62 alluvioni

Il "Piano nazionale di adattamento alla crisi climatica" è fermo al 2018, mentre continuano a succedersi alluvioni ed eventi estremi: è la drammatica fotografia scattata da "Legambiente"

Abbiamo ancora tutti negli occhi e nei cuori le immagini sconvolgenti e drammatiche dell’alluvione che qualche giorno fa ha devastato i territori delle Marche – in particolare la provincia di Ancona: interi paesi completamente sommersi da acqua e fango, case e negozi allagati, alberi travolti, vite spezzate.

Dopo la conta dei danni e delle vittime, si inizia a far luce sulle responsabilità connesse alla tragedia e a come questa potesse essere evitata grazie a una cura più attenta del territorio e alla messa in pratica di una serie di interventi strutturali che avrebbero reso questi territori più resilienti all’azione della crisi climatica che avanza ormai in modo inesorabile.

Parallelamente alle indagini delle forze dell’ordine, l’associazione Legambiente ha pubblicato un report delle alluvioni che si sono verificate quest’anno nel nostro Paese, e che non sono poche: ben 62 episodi alluvionali e di precipitazioni intense si sono registrati in Italia solo da gennaio a settembre 2022 (l’anno scorso, da gennaio a dicembre, erano stati 88).

Si tratta di un vero record negativo che conferma quello che ormai sembra essere un trend negativo inarrestabile: dal 2010 ad oggi si sono registrate 510 alluvioni. La maggiore concentrazione di questi fenomeni sembra essere al Centro Italia, con 57 episodi registrati nel Lazio, 36 in Toscana, 26 nelle Marche e 6 in Umbria.

Non sono solo le alluvioni a preoccupare: il nostro Paese è sempre più in balia degli eventi climatici estremi come ondate di calore, siccità, trombe d’aria, gradinate. Stando ai dati più recenti, il numero di eventi registrati quest’anno (132 da gennaio a luglio 2022) è il più alto della media annua del decennio appena trascorso.

Questi eventi hanno conseguenze drammatiche per le popolazioni che devono subire gli effetti di questi eventi estremi e per l’intera economia del Paese, costretta a vivere in una situazione di perenne emergenza ambientale. Ecco perché Legambiente ribadisce la necessità impellente di un intervento da parte del Governo attraverso l’approvazione del Piano Nazionale di Adattamento alla crisi climatica.

Il nostro Paese è l’unico grande Paese in Unione Europea a non disporre ancora di un simile Piano di adattamento, ed è per questo motivo che si trova a rincorrere un’emergenza dopo l’altra senza mettere in atto una strategia di prevenzione efficace per la tutela delle aree urbanizzate e degli ambienti naturali.

Non c’è più tempo da perdere – dichiara Stefano Ciafani, Presidente Nazionale di Legambiente. – Serve aggiornare e approvare entro fine anno il piano nazionale di adattamento alla crisi climatica, in stand by dal 2018, praticare serie politiche territoriali di prevenzione del rischio idrogeologico, con una legge nazionale contro il consumo di suolo e interventi di delocalizzazione, e promuovere campagne di informazione di convivenza con il rischio per evitare comportamenti che mettono a repentaglio la vita delle persone”.

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Fonte: Legambiente

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