I dolcificanti artificiali potrebbero non essere un'alternativa sicura allo zucchero e sarai sorpreso di scoprire come il loro consumo possa essere associato ad un aumentato rischio di malattie cardiache. La conferma di un recente studio
I dolcificanti artificiali e gli edulcoranti sostituti dello zucchero, noti anche come dolcificanti non nutritivi (NNS), nascono come soluzione per i soggetti diabetici, ma grazie al loro scarso apporto calorico, si sono diffusi velocemente e sono ad oggi largamente utilizzati.
Infatti, ad oggi un gran numero di alimenti contengono questi additivi alimentari, in particolare quelli ultra-trasformati come le bevande zuccherate artificialmente, alcuni snack e pasti pronti a basso contenuto calorico o latticini. Complessivamente più di 23.000 prodotti in tutto il mondo contengono dolcificanti artificiali.
Tuttavia, i dolcificanti artificiali potrebbero non essere un’alternativa sicura allo zucchero e non sono privi di rischi per la salute generale del nostro organismo. Sarai sorpreso di scoprire, infatti, come l’assunzione di alcuni dolcificanti possa essere associata ad un aumentato rischio di malattie cardiovascolari.
A confermalo è un recentissimo studio dell’Università Sorbona Paris Nord in Francia pubblicato sul British Medical Journal, secondo cui il consumo di dolcificanti sarebbe legato ad un rischio maggiore del 9% di malattie cardiache e di quasi il 20% di condizioni che influenzano il flusso di sangue al cervello.
Lo studio
I ricercatori dello studio si erano posti l’obiettivo di indagare le associazioni tra il consumo di dolcificanti artificiali da tutte le fonti alimentari (bevande ma anche dolcificanti da tavola, latticini, ecc.) e per tipo (aspartame, acesulfame potassio e sucralosio) e rischio di malattie cardiovascolari.
Lo studio si è basato sui dati del progetto NutriNet-Santé, lanciato in Francia nel maggio 2009, con un’iscrizione aperta e continua di volontari, i cui partecipanti erano adulti francesi di età pari o superiore a 18 anni. I ricercatori hanno utilizzato un campione di circa 100.000 adulti, la cui età media era di 42 anni e quattro su cinque erano donne.
Per un periodo di due settimane i partecipanti hanno indicato tutti gli alimenti e le bevande consumati durante i tre pasti principali, e qualsiasi altra occasione di consumo, e in quali quantità. Successivamente, i partecipanti sono stati classificati in tre categorie di consumo di dolcificanti artificiali: non consumatori, consumatori più bassi e consumatori più alti.
Dalle analisi effettuate è emerso che circa il 37% dei partecipanti aveva consumato dolcificanti artificiali e che durante un periodo medio di follow-up di nove anni i partecipanti avevano registrato 1.502 eventi cardiovascolari. Ciò includeva infarti, ictus, attacchi ischemici transitori e dolore toracico legato a scarso flusso di sangue ai muscoli cardiaci.
I ricercatori, inoltre, avrebbero scoperto che il consumo di dolcificanti artificiali era legato a un rischio maggiore del 9% di malattie cardiache e nello specifico a un rischio maggiore del 18% di malattie cerebrovascolari, ossia condizioni che influenzano il flusso di sangue al cervello.
In particolare, un tipo specifico di dolcificante, l’aspartame, è stato associato ad un aumento del 17% del rischio di eventi cerebrovascolari, mentre l’acesulfame di potassio e il sucralosio sono stati associati ad un aumentato rischio di malattia coronarica.
In conclusione, i risultati dello studio indicherebbero come tali additivi alimentari, consumati quotidianamente da milioni di persone e presenti in migliaia di alimenti e bevande, non possano essere considerati un’alternativa sana e sicura allo zucchero.
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Fonte: BMJ
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