Jova Beach Party: c’è chi dice NO, la “coraggiosa” band campana che ha rinunciato a partecipare per motivi ambientali

La band campana Capone & BungtBangt ha declinato l'invito a partecipare al Jova Beach Party a Castel Volturno. In un post su Facebook spiega il perché di questa importante e significativa rinuncia, dovuta ad una coerenza con i propri principi ambientali

Si continua a parlare del Jova Beach Party, indubbiamente l’evento più controverso, amato e/o odiato dell’estate. Il tour di Jovanotti, che ha fatto tappa in tantissime località balneari italiane trascinandosi dietro una valanga di polemiche, si concluderà (finalmente! oseremmo dire) il 10 settembre a Milano Bresso.

Ma è arrivata in questi giorni la notizia che una band ha detto NO, ovvero ha gentilmente declinato la sua partecipazione all’evento, rendendo la cosa pubblica e mostrando un coraggio davvero fuori dal comune. Il gruppo ha rinunciato infatti ad esibirsi su un palcoscenico che gli avrebbe dato una grande visibilità, il tutto per rimanere coerente ai propri ideali, più importanti dei vantaggi economici e della fama.

Si tratta di Capone & BungtBangt, gruppo campano che in un post su Facebook ha spiegato il perché di questa importante e significativa rinuncia.

La band –  che era stata invitata a suonare nella tappa di fine agosto a Castel Volturno – scrive che:

Dopo un’attenta valutazione abbiamo deciso di non partecipare al Jova Beach Party di Castelvolturno. Non è stato facile declinare un invito prestigioso e di grande visibilità. Avevamo deciso di non parlarne prima dei due concerti del 26 e 27 agosto perché non volevamo cavalcare l’onda delle polemiche, non ci interessa! La situazione è seria e l’argomento complesso. Passato l’evento però è doveroso, da parte nostra nel rispetto anche di chi sapeva che ci saremmo stati, raccontare le motivazioni che ci hanno indotto a rinunciare e stimolare una pacifica riflessione.

Il gruppo ci tiene a sottolineare che non ha alcun problema con Jovanotti e che con questa decisione non ha voluto  criticare l’impegno ambientalista del cantante. Ha scelto però di non partecipare perché non c’è stata abbastanza chiarezza e confronto sulla questione ambientale, nessun dialogo o messa in discussione relativamente alla tappa dell’evento prevista a Castel Volturno.

I componenti della Capone& BungtBangt sono stati davvero coerenti con i loro ideali ambientalisti e di questo bisogna dargli merito:

Avevamo dato la nostra disponibilità diversi mesi prima che si conoscessero le modalità di realizzazione dei concerti ma ad un certo punto è diventato impossibile per noi non porci la domanda che tantissimi ambientalisti si sono posti, cioè se portare decine di migliaia di persone sulle spiagge non crei un impatto estremamente dannoso sul luogo e, cosa poco sottolineata, anche dell’effetto sul mare che viene inevitabilmente inquinato semplicemente dalla presenza di tanta gente.

Ricordiamo tra l’altro che sono stati tra i primi a fare musica con oggetti di uso quotidiano e riciclo. Da anni parlano di ambiente fuori e dentro le scuole, oltre che ai loro concerti. Una scelta che li rende ancora più grandi.

Ma tornando alle motivazioni della loro rinuncia, scrivono:

L’evento di Castelvolturno, a cui avremmo partecipato con immenso piacere perché lo consideriamo di grande valore artistico e professionale, ha in sé però delle evidenti ed inevitabili contraddizioni che hanno alimentato dei contrasti tra artista ed ambientalisti determinando una disarmonia tra chi legittimamente desidera esibirsi in uno spettacolo con grandi numeri di pubblico e chi ritiene che ciò debba avvenire nel rispetto di alcuni parametri indispensabili alla tutela del territorio e degli ecosistemi.

La band ricorda anche l’importanza che abbiamo tutti noi, comuni cittadini, il nostro dovere di adoperarci per “rispettare e far rispettare l’ambiente” e – soprattutto – di quanto sarebbe importante dialogare in casi come questi – così da sentire quell'”altra campana” che tanto non ci piace ma che magari avrebbe qualche suggerimento per migliorare le cose:

Prima di parlare di “econazisti” interessante sarebbe stato aprire un dialogo, prestare ascolto a quei ragazzi provenienti da realtà impegnate ricche di informazioni e consapevolezza, spesso volontari generosi, che hanno il diritto di essere preoccupati e arrabbiati con noi adulti per il mondo che gli stiamo lasciando. Questo è un aspetto molto serio!

Sottolineano anche quello che in tanti hanno pensato in questo periodo: di sicuro Jovanotti non è il male assoluto, nè il problema dell’umanità, ci mancherebbe. L’intenzione non è di attaccare lui nello specifico ma sicuramente ascoltare le critiche che sono state fatte all’evento e appunto dialogare, come suggeriscono i componenti della Capone& BungtBangt, non avrebbe fatto male a nessuno.

La loro non partecipazione comunque, anche se in sordina rispetto a ciò che avrebbe provocato la stessa presa di posizione da parte di cantanti o band di maggiore notorietà, è stata ugualmente importante e significativa, soprattutto considerando il nulla cosmico che l’ha circondata.

Nessun cantante o gruppo infatti, ha rifiutato di partecipare al Jova Beach Party (o quantomeno non l’ha fatto pubblicamente), nè intellettuali o grandi scienziati si sono schierati contro questo mega-evento e le sue criticità ambientali.

Vi avevamo parlato della lettera di Mario Tozzi che, con i suoi toni pacati ma decisi, sembrava poter effettivamente riuscire ad ottenere qualcosa, salvo poi finire il tutto con la promessa di una birra sulla spiaggia insieme a Jovanotti!

Capone & BungtBangt hanno perfettamente ragione quando scrivono:

Si sarebbe potuto dire più realisticamente che nella progettazione del JBP si fa un grande sforzo per renderlo a basso impatto ambientale ma che si potrà fare ancora di meglio per il futuro coinvolgendo nel processo di costruzione tutti i segmenti dell’ambientalismo, gli esperti di settore e non solo il WWF che non può e soprattutto non è il garante dei temi ambientali tout court. Questo approccio indubbiamente complicato diventa purtroppo indispensabile quando si afferma che “Jova Beach Party è il primo grande evento itinerante al mondo che parla di ambiente”. Un atteggiamento aperto avrebbe sicuramente abbassato i toni dello scontro e non avrebbe messo in difficoltà noi, Mario Tozzi, una buona parte di Legambiente, Greenpeace e tante associazioni che operano con attenzione per la tutela dell’ambiente.

Ci leviamo davvero il cappello di fronte a questi artisti che ci hanno mostrato come la coerenza e il rispetto dell’ambiente siano (o debbano diventare) oggi la nostra priorità, anche a costo di dover fare qualche sacrificio.

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Fonte: Capone & BungtBangt Facebook

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