Con la sua inchiesta "Il prezzo della pelliccia", che accende i riflettori sul destino oscuro e incerto dei visoni degli allevamenti italiani chiusi dallo scorso gennaio, Roberta Ragni - caporedattore di greenMe - si è aggiudicata il prestigioso riconoscimento giornalistico "Ivan Bonfanti" 2022. La consegna ufficiale del premio è avvenuta lo scorso sabato a Roma, nel corso di una cerimonia molto emozionante e partecipata
Aria di festeggiamenti in casa greenMe! Roberta Ragni, caporedattore della nostra testata, è fra vincitori del premio giornalistico “Ivan Bonfanti” 2022, dedicato al reporter del quotidiano Liberazione scomparso prematuramente nel 2008 all’età di 37 anni. L’emozionante cerimonia di premiazione si è svolta lo scorso sabato alla Libreria ELI di Roma.
Con la sua inchiesta “Il prezzo della pelliccia”, pubblicata lo scorso febbraio sul mensile La Nuova Ecologia, la giornalista di greenMe si è aggiudicata il premio messo a disposizione dall’Ente nazionale protezione animali (Enpa), mentre gli altri due premiati sono la giornalista e scrittrice Marta Bellingreri per il suo reportage sulla Siria pubblicato dal settimanale l’Espresso e lo studente della Lumsa Gabriele Crispo per la categoria degli allievi delle scuole di giornalismo.
Grazie al loro lavoro appassionato, i vincitori hanno acceso i riflettori su temi passati sotto silenzio: dalla triste sorte dei visoni in Italia al dramma dei bambini siriani, a cui la guerra ha strappato speranze e futuro.
Non è semplice spiegare quanto siano bravi. – ha commentato la giornalista e presentatrice dell’evento Laura Eduati – Marta Bellingreri è una fuoriclasse. Uno dei suoi ultimi articoli è uscito sul New York Times, scrive di Siria, Iraq, dei festival di arte a Bagdad e degli esperti forensi argentini che istruiscono i medici legali iracheni per dare un nome alle centinaia di migliaia di desaparecidos. Bellingreri ha il merito di restituire un racconto vivo e speranzoso dei territori che normalmente associamo a guerre permanenti. Roberta Ragni di Greenme.it si è aggiudicata il premio ENPA – Ente Nazionale Protezione Animali con un pezzo sui visoni prigionieri del Covid – e grazie alla presidente Carla Rocchi del suo intervento radicalissimo e condivisibile. Infine il piú emozionato di tutti, Gabriele Crispo, vincitore nella categoria allievi, master alla LUMSA Master School che meritoriamente segnala sempre il nostro premio agli allievi.
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Il premio appena ricevuto è motivo di grande gioia e soddisfazione per Roberta Ragni, ma anche per La Nuova Ecologia e per tutta la redazione di greenMe (a partire dalla direttora Simona Falasca, che ha preso parte alla cerimonia di premiazione) che da 13 anni – con amore e professionalità – cercano di dare voce a chi non ce l’ha, come gli animali sfruttati e uccisi.
L’inchiesta vincitrice “Il prezzo della pelliccia”
L’inchiesta della nostra Roberta Ragni è un viaggio nell’oscuro mondo degli allevamenti italiani di visoni, torturati e sfruttati per la loro pelliccia. Dal 1° gennaio 2022 l’Italia questa pratica crudele e anacronistica è stata finalmente messa al bando, con l’approvazione di un emendamento alla Legge di Bilancio, che prevede sia l’allevamento che la riproduzione in cattività, la cattura e l’uccisione di visoni, volpi, cani, procioni, cincillà e animali di qualsiasi altra specie per ricavarne pelliccia.
Finalmente l’Italia ha detto addio a delle strutture lager, dove migliaia di animali sono costretti ad un’esistenza infernale, rinchiusi in minuscole gabbie, senza spazio per muoversi, dove finiscono per fersi bocca, zampe e denti. Una breve vita che si conclude nel peggiore dei modi: con l’uccisione nelle camere a gas affinché la pelliccia non si rovini, come hanno dimostrato diverse investigazioni sotto copertura realizzate da associazioni che si battono per la tutela del benessere animale.
Leggi anche: Il grido inascoltato di oltre 5000 visoni che rischiano l’abbattimento negli allevamenti italiani chiusi mesi fa
Ma che fine faranno gli oltre 5000 esemplari di visoni che si trovano ancora oggi negli stabilimenti italiani ormai chiusi, in cui si sono consumati abbattimenti sanguinari a causa dei focolai di Coronavirus (ben 29.200 animali sono andati incontro ad una morte brutale)? È proprio su questo che cerca di fare chiarezza l’approfondimento pubblicato sul periodico La Nuova Ecologia.
L’emendamento alla Legge di Bilancio prevede la possibilità di trasferire gli animali in strutture preferibilmente gestite, direttamente o indirettamente, da associazioni animaliste riconosciute. – si legge nel lungo articolo – Ma, in realtà, è molto probabile che la maggior parte dei visoni venga abbattuta.
Questo perché il rilascio degli animali in natura è inammissibile. A confermarlo anche Simone Pavesi, responsabile dell’Area Moda Animal Free della LAV (Lega Anti Vivisezione), che intervistato da Roberta Ragni, spiegava all’epoca:
Siamo di fronte a circa settemila esemplari di animali selvatici, predatori che non vivono in branco. Sarà difficile trovare una sistemazione adeguata, perché attualmente siamo di fronte a una carenza di strutture che possano accoglierli tutti, anche se faremo di tutto per salvarne il più possibile.
A distanza di quasi un anno, non è ancora chiaro quale sarà il destino di migliaia di visoni. Dopo l’entusiasmo per la notizia della chiusura degli allevamenti di animali da pelliccia, è subentrato un senso di amarezza e di incertezza per questi poveri animali che hanno già pagato un prezzo altissimo. Purtroppo, sembra sempre più chiaro che il loro destino sarà l’abbattimento. Liberarli in natura non è possibile, salvarli è complicato.
Le nostre congratulazioni vanno a tutti i vincitori del premio Bonfanti, in particolare alla nostra Roberta Ragni, che da anni si occupa – con passione e professionalità – di tematiche ambientali e di tutela del benessere animale.
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