“Siamo soli e abbandonati”, il grido di dolore da Amatrice a 6 anni dal devastante terremoto

Sono trascorsi 6 anni dal terribile sisma che ha raso al suolo Amatrice, Accumoli e altri borghi del Centro Italia, provocando 299 vittime. Al dolore per quanto accaduto si aggiunge la beffa per i ritardi nella ricostruzione. Migliaia di persone vivono ancora nella precarietà, senza una casa

24 agosto 2016, ore 3:36. La terra trema cogliendo di sorpresa decine di migliaia di italiani a letto, seminando morte e devastazione. Sono trascorsi già 6 anni dal violento terremoto di magnitudo 6.0, che ha distrutto Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto e altri comuni disseminati fra Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo.

A quel sisma, con epicentro ad Accumoli, seguiranno tante altre scosse, di cui la più forte di magnitudo 5.3. Sotto le macerie moriranno 299 persone, mentre oltre 440.000 abitanti resteranno senza casa. Le vittime verranno ricordate oggi, alle 11.00, nel corso della messa – che sarà trasmessa su Ra 1 – celebrata nel campo sportivo di Amatrice.

La ricostruzione che procede troppo a rilento

Oggi il ricordo di quel maledetto 24 agosto 2016 brucia come una ferita mai rimarginata. E non solo per tutto il dolore e la distruzione causati dal sisma, ma perché molti dei luoghi colpiti portano ancora i segni del sisma. Edifici sventrati e macerie sono ancora lì. La ricostruzione procede troppo a rilento in quello che è diventato uno dei cantieri a cielo aperto più grandi del nostro Paese.

Come si legge nel Rapporto 2022 sulla ricostruzione, i lavori privati completati sono 7.256 come, con la riconsegna alle famiglie di 16.520 singole unità immobiliari (il 92% di tipo residenziale e l’8% di tipo produttivo).

Le domande di contributo già avviate rappresentano il 45% di quelle attese in termini numerici e negli ultimi due anni le richieste sono raddoppiati. Al momento si attendono altre 28 mila richieste di contributo da parte dei privati e occorre ancora realizzare 4.300 interventi pubblici e avviarne quasi altri 2 mila nuovi.

Dobbiamo accelerare dovunque sia possibile. Anche qui e soprattutto qui, perché Amatrice, Accumoli e Arquata, non possono restare indietro rispetto al resto del cratere – ha commentato il Commissario straordinario Giovanni Legnini, che qualche mese fa ha visitato i luoghi colpiti dal sisma  – Nei comuni di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto il terremoto, oltre a centinaia di vittime, ha causato una quantità di danni enorme all’edilizia privata, residenziale e produttiva. Parliamo di 1,2 miliardi nella sola Amatrice, 630 milioni ad Arquata, 360 milioni ad Accumoli.

Le risorse per riparare e ricostruire le case ci sono, tutte le procedure sono state estremamente semplificate, adesso dobbiamo affrontare con decisione i problemi specifici che, nei singoli centri, impediscono di procedere. I sindaci devono fare dei cronoprogrammi ed indicare ai cittadini i tempi per la presentazione dei progetti, sia nei centri storici che nelle frazioni. Non possiamo più perdere altro tempo.

Sono troppe le famiglie che vivono ancora nella precarietà e si sentono abbandonate dalle istituzioni. E oltre al danno (e al dolore), devono fare i conti con la beffa.

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Fonti: Governo/Il Giornale della Protezione Civile

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