Non solo masticazione: svelato per la prima volta cosa succede al cervello quando senti i suoni che scatenano la misofonia

La misofonia non ha a che fare solo con i suoni di masticazione e altri rumori della bocca. E le cause del disturbo finora identificate non sono corrette, lo rivela un nuovo studio

Non sopportate il rumore di chi mangia al vostro fianco? Potrebbe trattarsi di misofonia, (letteralmente “odio del suono”), disturbo caratterizzato da forte avversione nei confronti di certi suoni e rumori, a partire da quelli della masticazione e della deglutizione, le cui cause sono ancora oggetto di studio.

Secondo una ricerca pubblicata su The Journal of Neuroscience, il disturbo dipenderebbe da connessioni supersensibili tra la corteccia uditiva del cervello e e le regioni del cervello che controllano i movimenti del viso e della bocca. Visto che, come dicevamo, masticazione e rumori provenienti dalla bocca sono spesso associati alla condizione.

Ora però un’altra ricerca, pubblicata su Frontiers in Neuroscience, contraddice questi risultati, affermando che la misofonia è causata da altro.

Lo studio ha esaminato 19 adulti sottoponendoli a scansioni fMRI del cervello mentre erano impegnati a eseguire diversi compiti, come vocalizzare sillabe e picchiettare ripetutamente le dita sulle gambe, e mentre erano a riposo. I volontari hanno anche completato 3 questionari tesi a misurare il loro livello di misofonia, che andava da nessuno a lieve.

Dai risultati è emerso che, mentre non svolgevano alcuna attività, i partecipanti con punteggi più alti di misofonia mostravano connessioni più forti tra la corteccia uditiva e un’area di controllo motorio, proprio come aveva dimostrato il precedente studio.

Tuttavia quando stavano usando la bocca per produrre suoni, ad attivarsi era una diversa regione cerebrale, che mostrava connessioni di uguale entità sia nei partecipanti con livelli di misofonia più elevati che in quelli con livelli inferiori.

Cosa significa tutto questo? Lo ha chiaramente spiegato l’autrice principale dello studio, Heather Hansen, dichiarando che – quella che la ricerca precedente ha identificato come la regione oro-facciale – l’area coinvolta nei movimenti della bocca e del viso – potrebbe non essere effettivamente tale -. E quindi le connessioni cerebrali supersensibili identificate dal precedente studio non possono spiegare la misofonia.

Lo studio in questione ha anche dimostrato che nei partecipanti con livelli più alti di misofonia c’erano connessioni maggiori tra le regioni del cervello associate al movimento e alla sensazione delle dita e l’area dell’insula del cervello, collegata quest’ultima a forti emozioni, incluso il disgusto. Non sono invece emerse connessioni con la corteccia uditiva. Ulteriore prova che la misofonia non riguarda solo i suoni di masticazione e altri rumori della bocca.

Hansen ha dichiarato che per capire le vere cause della misofonia sono necessarie ulteriori ricerche, ma questo studio ha il merito di aver dimostrato che i fattori scatenanti finora individuati non sono sufficienti a spiegare il disturbo. Ed è già un grosso passo avanti!

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FONTE: Frontiers in Neuroscience

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