Lunghi periodi di siccità incrementano il rischio di inondazioni potenzialmente devastanti. Infatti una forte pioggia, pur desiderabile, può diventare pericolosa su un terreno arido in quanto questo ha minori capacità di assorbire l’acqua. Che quindi, dilaga
I cambiamenti climatici favoriscono gli eventi estremi: dopo un lungo periodo di siccità, per esempio, il rischio di pericolose inondazioni aumenta in quanto un terreno arido ha minore capacità di assorbire l’acqua piovana che, quindi, dilaga.
Un esperimento dell’Università di Reading (Regno Unito) evidenzia quanto tempo impiega l’acqua per immergersi nel terreno arido, mostrando come questo sia decisamente superiore a quello necessario a un terreno umido e comunque superiore a quello normalmente utilizzato da un terreno in estati “normali”.
L’esperimento, che può apparire semplice, dimostra davvero cosa può accadere “su larga scala”, quando non è un bicchiere d’acqua a riversarsi al suolo, ma forti piogge che, dopo una siccità come quella che tutta Europa sta sperimentando, possono essere pericolose provocando inondazioni.
In this experiment Dr Rob Thompson of @UniRdg_Met shows just how long it takes water to soak into parched ground, illustrating why heavy rainfall after a #drought can be dangerous and might lead to flashfloods. @R0b1et @UniRdg_water pic.twitter.com/zbb3xLTXdK
— Uni of Reading (@UniofReading) August 10, 2022
Nei giorni scorsi la Gran Bretagna sembrava il deserto del Sahara dai satelliti, tanto che l’allarme incendi era stato portato ai massimi livelli dal il servizio meteorologico inglese Met Office. Oggi è allerta temporali in UK e il rischio di inondazioni è quindi maggiore.
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Se un’area ha sperimentato precipitazioni recenti, il terreno potrebbe essere saturo al massimo e incapace di assorbire altra acqua. Le inondazioni possono verificarsi anche dopo una siccità, quando il terreno è troppo secco e indurito per assorbire le precipitazioni – scrive su The Conversation Janey Camp, professoressa di Ingegneria Civile e Ambientale presso la Vanderbilt University (Usa) – Le inondazioni improvvise sono comuni nei paesaggi desertici dopo forti piogge e in aree con profondità del suolo poco profonde sopra un solido substrato roccioso che limita la capacità del suolo di assorbire la pioggia
Ecco appunto, nei deserti: non dovrebbe essere così in aree temperate e comunque in condizioni climatiche meno avverse. E invece avviene, e sempre più spesso.
Poiché l’acqua scorre in discesa, le precipitazioni cercheranno il punto più basso in un potenziale percorso – continua Camp – Nelle aree urbane, si tratta spesso di strade, parcheggi e scantinati nelle zone basse. Nelle aree rurali con terreno scosceso le inondazioni improvvise possono trasformare torrenti e fiumi in impetuosi torrenti
Indubbiamente in questa situazione sono i cambiamenti climatici i principali attori, e, nonostante questi siano in gran parte guidati dalle attività umane, continuiamo a disboscare, cementare e quindi a fare di tutto per inasprire le conseguenze.
Con il cambiamento climatico, ci aspettiamo che questa tendenza continui – ribadisce la scienziata – il che significa che i progettisti e gli ingegneri dovranno riconsiderare come progettare e gestire le infrastrutture in futuro. Ma è difficile prevedere quanto saranno frequenti o intensi gli eventi di tempesta futuri in un determinato luogo
Sperando comunque che gli esperti siano finalmente ascoltati.
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Fonti: The Conversation / Università di Reading/Twitter
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