Due giornalisti hanno indagato i retroscena dell'industria dietro gli allevamenti di salmoni. Le condizioni pessime in cui versano questi stabilimenti ti farà ripensare le tue abitudini alimentari.
Ti chiedi spesso se è davvero sano mangiare salmone? Oppure hai dubbi sugli allevamenti marittimi di salmoni? In questo caso, non sei sola perché alcuni giornalisti hanno indagato nei meandri più e meno nascosti questo settore e i loro risultati ti convinceranno a smettere di mangiare salmone d’allevamento.
Gli allevamenti ittici sono stati accusati e contestati molte volte nella loro breve storia, e non a torto. Questo business, che nel 2020 fatturava già più di 20 miliardi di dollari a livello globale, è in realtà molto dannoso per gli ecosistemi in cui viene introdotto.
L’allevamento intensivo, che sia in acqua o sulla terra, costa sempre molto caro agli animali e alla natura: nel caso di quelli ittici, un allevamento può arrivare a stipare fino a un milione di salmoni nelle sue gabbie subacquee, creando delle condizioni pericolosissime per la salute dei pesci.
Infatti, l’eccessiva quantità di cibo e la prossimità dei pesci porta alla diffusione rapidissima di parassiti. I casi più agghiaccianti parlano anche di pesci interamente ricoperti dai parassiti che vengono ripuliti usando delle aspirapolveri.
Questa è solo una delle scene presenti nel libro pubblicato dai giornalisti Cathrine Collins e Douglas Franz.
Salmon Wars: The Dark Underbelly of Our Favorite Fish è un’indagine accurata condotta dai due giornalisti per scoprire la verità dietro questo business multimiliardiario. La loro storia parte da una faccenda molto personale: la famiglia di Collins ha visto un allevamento di salmoni aprirsi vicino la loro abitazione, pensando che avrebbe giovato all’ecosistema marino riducendo la quantità di pescato per la sopravvivenza.
Così non è stato: il mix di escrementi e sostanze chimiche rilasciate dall’allevamento ha distrutto l’equilibrio dell’ecosistema locale, oltre a danneggiare moltissimo la popolazione ittica selvaggia di quelle zone.
Collins e Franz hanno documentato come questi allevamenti producano soprattutto malessere e povertà: i salmoni sono pesci carnivori, si cibano soprattutto di pesciolini più piccoli come le acciughe o sgombri. Mantenere ben nutriti un milione di salmoni per allevamento richiede un quantitativo spropositato di questi pesci.
Per ottenerli, le industrie spesso pescano in modo intensivo e spesso illegale dalle coste dell’Africa dell’Ovest. Questo ha due conseguenze gravissime: la pesca intensiva impedisce ai pesci della zona di ripopolare le acque, alterando l’ecosistema e impedendo ai pescatori e alle pescatrici di sussistenza di condurre una vita sicura. La notizia peggiore è che spesso queste grandi aziende hanno costi bassissimi per affittare e gestire un allevamento, soprattutto perché non devono pagare per i danni arrecati.
Ad esempio, l’uso estensivo di sostanze chimiche per l’allevamento inficia la qualità dell’acqua, che fluisce liberamente dall’interno all’esterno delle gabbie. I salmoni vengono imbottiti di sostanze chimiche, tra cui alcune famose per dar loro quel tipico colore rosato. A queste sostanze vanno a sommarsi i residui e gli escrementi dell’allevamento, che arrivano a creare una mistura tossica. I pesci liberi nel mare, tra cui altri salmoni, entrano in contatto facilmente con questa mistura o con i parassiti che provengono dall’allevamento. Questo può causare una reazione a catena in tutta la fauna ittica.
Un altro pericolo dell’allevamento dei salmoni è la possibilità che le gabbie si rompano e i salmoni d’allevamento vengano rilasciati nell’ambiente: troppi pesci competono per il cibo in un unico punto, che quindi viene posto sotto stress. Inoltre, i salmoni d’allevamento e quelli di mare potrebbero accoppiarsi, creando ulteriori problemi.
Insomma dalla schiusa delle uova al momento della consegna ai consumatori, l’industria ittica (definita anche Big Fish, per richiamare le altre grandi industrie come quella del tabacco, del petrolio o quella farmaceutica) inquina l’ambiente, danneggiando le nostre coste e il loro fragile ecosistema.
Come posso combattere gli allevamenti intensivi di salmoni?
Salmon Wars sarà una lettura illuminante (anche se a tratti inquietante) per chiunque voglia vederci chiaro sulle dinamiche di questa industria senza scrupoli. Per ora il volume è disponibile solo in Inglese, e questo potrebbe renderlo inaccessibile a molti, quindi condividiamo alcune linee guida emerse dalla lettura:
- Innanzitutto, la più grande forza che abbiamo è quella di scegliere come consumatori: abbracciando completamente una dieta vegana possiamo eliminare i presupposti per questo settore scellerato, come tutti gli altri tipi di allevamento
- La coordinazione fra consumatori e attivisti è fondamentale per pretendere un cambiamento e assicurarsi che le leggi in materia vengano rispettate dai grandi investitori, sempre alla ricerca di un nuovo modo per farla franca
- Gli organi di governo a tutti i livelli devono essere più inflessibili con chi sceglie di mettere a repentaglio la salute di tutti noi per un profitto personale
Salmon Wars è una lettura da non perdere: all’interno di questo libro troverete, oltre ai dati e alle notizie sulle grandi industrie responsabili di queste ingiustizie, anche le storie personali di attivisti e attiviste impegnate nella lotta contro queste lobby gigantesche pronte a tutto.
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