Sembra un avocado, ma non lo è. L’ecovado è un'alternativa all'amatissimo ma poco sostenibile frutto tropicale, creata a base di fave e nocciole dalla ricercatrice e designer iraniana, residente a Londra, Arina Shokouhi
Il sapore, la versatilità e i valori nutrizionali dell’avocado hanno conquistato i palati di tutto il mondo. Protagonista di ricette salutari, vegane e vegetariane, è ormai presente sui banchi dei fruttivendoli, dei mercati e dei supermercati, e la sua crescita non si ferma. Anzi, secondo un rapporto della FAO, la sua produzione verrà triplicata entro il 2030. Ma qual è il costo ambientale di questo boom?
Dietro la bontà dell’avocado, c’è una produzione che nasconde alcuni lati oscuri. Oltre allo spreco di risorse e le grandi emissioni per il trasporto, in molti Paesi come il Messico, la Colombia e il Cile si stanno affrontando problemi come la deforestazione, la perdita di biodiversità, la criminalità e la siccità.
L’avocado fake a km0
Ecovado è un progetto della designer e ricercatrice vegana Arina Shokouhi che nasce con l’intenzione di offrire un’alternativa ecologica all’insostenibile consumo di avocado nel mondo e ridurre così la sua avida e crescente domanda. Perché – come assicurano alcuni esperti – il problema non è l’avocado in sé. Il problema è che gli occidentali hanno “fatto dell’avocado un alimento base, quando dovrebbe essere un lusso”.
Avere frutta o verdura ad alta intensità di risorse fuori stagione può essere negativo. Quindi, ho pensato che una soluzione positiva fosse quella di progettare una nuova versione locale e a basso impatto dell’avocado”, confessa Shokouhi in un’intervista al The Guardian.
Questo avocado “artificiale” è fatto con fave, nocciole, mele e olio di canola, tutti ingredienti scelti appositamente sia perché insieme si avvicinano ai valori nutrizionali, alla consistenza e al sapore del frutto tropicale, sia perché sono facilmente accessibile in Inghilterra, dove è nato il progetto. L’idea è proprio quella di creare un prodotto a km 0 e con un impatto ambientale notevolmente minore.
Neanche l’aspetto è stato trascurato, facendo venire il dubbio persino al più grande degli amanti di avocado. La buccia esterna, biodegradabile e compostabile, è quasi identica a quella del vero avocado. Al posto del grosso seme invece: una noce, una castagna o una nocciola, che può anche essere consumata una volta rimossa.
Questo primo Ecovado ha utilizzato ingredienti britannici perché il progetto di Arina è nato proprio lì durante il master in “Materiali futuri” dell’University of the Arts London. Se venisse prodotto in un altro Paese, la ricetta dovrebbe essere riformulata a partire dagli ingredienti locali per garantirne la sostenibilità.
Ecovado è un’imitazione che cerca di migliorare la realtà, non semplicemente di riprodurla. E, si spera, riuscirà ad ingannare anche il più sensibile dei gusti hipster”, si legge sul sito web della designer.
Ricchi di grassi sani, vitamine essenziali e potassio, gli avocado apportano diversi benefici alla salute e non solo. L’obiettivo di Evocado non è abolire il suo consumo. Ciò che Shokouhi spera è di poter saziare l’appetito per il frutto tropicale in Inghilterra, ridurre la sua domanda insostenibile e alleggerire un po’ il Pianeta. Voi cosa ne pensate?
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