Inaugurato il ponte di Pelješac in Croazia: unisce Dubrovnik al resto del Paese ed è la “svolta” per residenti e viaggiatori

Il 26 luglio 2022 è stato inaugurato il ponte di Pelješac in Croazia, che collega la Dalmazia meridionale con il resto della terraferma, evitando di dover passare per il piccolissimo territorio con sbocco sul mare della Bosnia ed Erzegovina. Un'infrastruttura voluta fortemente dall'Ue (che l'ha finanziata in gran parte) e che consente di ridurre il tempo di percorrenza lungo la costa croata

L’Ue lo considera il suo più grande investimento in quanto ad infrastrutture in Croazia mentre per i residenti e per i tanti turisti che girano per il Paese sarà una “svolta” che consentirà di ridurre i tempi di percorrenza sulla costa. Parliamo del ponte di Pelješac (Sabbioncello in italiano), inaugurato il 26 luglio scorso.

Prima, chi viaggiava per la Croazia partendo da Spalato e scendendo lungo la costa per raggiungere Dubrovnik, aveva un passaggio obbligato per una stretta striscia di terra appartenente alla Bosnia ed Erzegovina (corridoio di Neum), l’unico sbocco sul mare di questo Paese. In pratica, per arrivare nella Dalmazia meridionale era necessario attraversare la frontiera di un altro Paese, rallentando di circa 37 minuti la percorrenza lungo la costa.

Ora, grazie al nuovo ponte recentemente inaugurato, sarà invece molto più semplice raggiungere Dubrovnik e il resto della Croazia con tanti vantaggi non solo per croati e turisti ma anche per la circolazione delle merci.

La costruzione della struttura, 2,4 km di ponte che attraversa la baia di Mali Ston fino alla penisola di Pelješac e collega la contea di Dubrovnik-Neretva al resto della regione della Dalmazia, è stata cofinanziata dall’Ue.

nuovo ponte pelijesac croazia

©European Commision

Il ponte si compone di 13 campate, 6 piloni in cemento armato posti centralmente con un’altezza di 33 metri e 2 corsie insieme a una corsia di sosta (che servirà per la manutenzione del ponte).

L’infrastruttura, che è costata 420 milioni di euro (l’Ue ha contribuito con 357 milioni di euro dai fondi della politica di coesione) è considerata davvero un punto di svolta per la circolazione in Croazia, con una serie di ripercussioni positive per il Paese e i suoi abitanti.

Come ha dichiarato Morena Marinković della sezione Croazia della Direzione generale dello sviluppo regionale e urbano (DG REGIO) della Commissione europea:

È positivo per il commercio e il turismo, che probabilmente creeranno migliaia di posti di lavoro locali, per non parlare del fatto che gli abitanti della parte più meridionale della Croazia hanno ora un migliore accesso all’istruzione o alle strutture sanitarie nella Croazia continentale.

Oltre a questa infrastruttura, anche altre nuove strade (per un totale di 32,5 km) sono state costruite per rendere più agevoli gli spostamenti nella zona. Il ponte e parti delle strade di accesso sono stati già inaugurati ma l’intero progetto dovrebbe essere completato entro la fine di novembre 2023, quando diventerà operativa anche la tangenziale di Ston.

Il ponte, che come ha ricordato il premier croato Andrej Plenković, “non è un lusso ma una necessità”, ha meritato una ricca cerimonia di inaugurazione con concerti, spettacoli, fuochi d’artificio e, ovviamente, l’apertura ufficiale al traffico.

E c’è anche già l’immagine satellitare del nuovo ponte, immortalata da Copernicus Sentinel-2 lo scorso 28 luglio.

immagine copernicus nuovo ponte croazia

©European Union, Copernicus Sentinel-2

Ma perché proprio un ponte?

A questa domanda l’Ue risponde in maniera molto chiara. Si trattava, sotto tutti i punti di vista, della soluzione migliore:

La Croazia ha preso in considerazione una serie di soluzioni alternative per aggirare il collo di bottiglia del corridoio di Neum, come un corridoio autostradale, un collegamento in traghetto o la costruzione di tunnel. La soluzione del ponte è emersa da uno studio di fattibilità che analizza le possibili alternative per collegare le due parti del Paese. Ha ottenuto il punteggio più alto in una serie di criteri che includevano un’analisi costi-benefici, la sicurezza e l’impatto sul traffico e sull’ambiente rispetto alle altre opzioni. Inoltre, la necessità di preservare il patrimonio naturale e culturale della Croazia è stato un criterio essenziale preso in considerazione in tutte le fasi della preparazione del progetto.

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Fonte: European Commision / Copernicus

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