Pinne di squalo: oltre il 70% di quelle in commercio sono di specie a rischio estinzione, servono leggi più severe

Una nuova ricerca mostra che il 70% delle specie, nel commercio globale di pinne di squalo, sono a rischio di estinzione. Non c'è dubbio che vi sia un'urgente necessità di maggiori protezioni e regolamenti per questi animali

Milioni di squali vengono uccisi in tutto il mondo per prendere le loro pregiate pinne (pratica nota come Shark Finning) che poi vengono vendute a caro prezzo soprattutto in Asia, dove sono protagoniste di diverse ricette, tra cui la famosa zuppa.

Ma ora uno studio, condotto da un team di scienziati statunitensi e cinesi, sottolinea un dato drammatico: la maggior parte di queste pinne vengono brutalmente prelevate da specie di squali in via di estinzione o minacciati.

Per scoprire questo, la ricerca ha campionato quasi 10mila ritagli di pinne di squalo presenti sui mercati della Cina meridionale e di Hong Kong, uno dei più grandi centri in cui si vende questo prodotto – lo ricordiamo – ancora oggi in maniera del tutto legale. Sui campioni sono stati poi eseguiti i test del DNA per capire a quale specie di squalo appartenevano le varie pinne in commercio.

Da qui l’amara scoperta – cosa che non era però del tutto inaspettata – ben il 71% (quindi più dei due terzi) delle pinne di squalo provenivano da specie in via di estinzione o minacciate. In totale, i ricercatori hanno trovato 86 diverse specie di squali ma anche di loro parenti (razze e chimere), di questi 61 erano appunto squali inseriti nelle liste internazionali delle specie a rischio o minacciate.

Lo studio ha scoperto che il maggior numero di specie in commercio vive nelle zone costiere, inclusi squali pinna nera, squali bruni, spinner e sandbar e i ricercatori avvertono che senza una gestione più sostenibile della pesca, le specie costiere potrebbero estinguersi.

Come ha ricordato Diego Cardeñosa, ricercatore post-dottorato della Florida International University (FIU) e autore principale dello studio:

Alcuni degli squali costieri che abbiamo trovato nel commercio – come lo squalo coda piccola, la pinna larga, la guancia bianca e varie specie di squalo segugio, squalo di fiume e piccole specie martello – sono elencati come in via di estinzione o in pericolo critico e tuttavia non ci sono normative che li proteggano ovunque nel loro raggio d’azione. A meno che i governi competenti non rispondano presto con la gestione, è probabile che sperimenteremo un’ondata di estinzione tra squali e razze costiere.

Gli scienziati, che hanno pubblicato i risultati del loro studio su Conservation Letters, dunque sono concordi nell’affermare che è assolutamente necessario promuovere al più presto normative internazionali nel commercio e nelle pratiche di gestione degli squali.

Bisogna agire subito per salvare gli squali a rischio

Come possiamo evitare l’estinzione degli squali, in particolare di quelli costieri? Un modo per incoraggiare una migliore gestione delle specie è elencarle nella Convenzione sul commercio internazionale delle specie di flora e fauna selvatiche minacciate di estinzione (CITES).

Si tratta quindi di inserirle al più presto nell’accordo internazionale che cerca di proteggere animali, ma anche piante, dallo sfruttamento eccessivo causato dal commercio.

L’occasione per inserire tutte le specie di squalo è prossima. A novembre, infatti, si svolgerà la 19esima riunione della Conferenza delle Parti (CoP19) della CITES. Questo studio indubbiamente fornirà prove chiave sulla difficile situazione che stanno vivendo gli squali costieri, portandola all’attenzione dei governi e mostrando che solo una piccola percentuale del commercio di pinne di squalo è attualmente regolamentata dalla Convenzione.

Se invece questa fosse allargata a tutti (squali, razze e altro), le nazioni sarebbero obbligate a garantire che qualsiasi esportazione delle specie elencate sia legale, tracciabile e sostenibile.

Insomma, bisogna agire subito sulla pesca sconsiderata di questi animali se non vogliamo vederli sparire per sempre. Come ha sottolineato il professor Cardeñosa:

La pesca eccessiva è molto probabilmente la causa immediata delle tendenze in declino che stiamo vedendo nelle popolazioni di squali e razze in tutto il mondo. Il fatto che stiamo trovando così tante specie minacciate di estinzione nel commercio globale di pinne di squalo è un segnale di avvertimento che ci dice che il commercio potrebbe essere uno dei principali motori della pesca insostenibile.

In Europa, lo ricordiamo, sono state raccolte un milione di firme per fermare la pesca agli squali e c’è un Paese (il Regno Unito) che ha già vietato lo shark finnning. Leggi anche: Pinne di squalo: 1 milione di cittadini europei vota per fermare lo shark finning

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Fonte:  Conservation Letters / Mote Marine Laboratory 

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