Recuperato in Sardegna un esemplare di Caretta caretta con un amo conficcato tra l'esofago e la trachea e una lenza ingerita. L'animale marino è stato sottoposto a una delicata operazione per rimuovere amo e lenza
Un amo conficcato in gola tra esofago e trachea, una rafia di plastica e una lenza. In queste condizioni è stata soccorsa una Caretta caretta di piccole dimensioni in Sardegna e portata alla Clinica Veterinaria Duemari di Oristano della dottoressa Monica Pais.
Qui la tartaruga è stata operata dall’équipe veterinaria. La tomografia computerizzata ha consentito di individuare il punto esatto in cui l’amo aveva lacerato la carne dell’animale marino e di asportarlo. Anche la lenza che la tartaruga si portava dietro da chissà quanto tempo è stata rimossa.
La piccola si trova adesso sotto osservazione. Incrociamo le dita che possa riprendersi al meglio e tornare a nuotare nel suo mare dove per colpa dell’essere umano ha rischiato la morte.
La Caretta caretta è la specie di tartaruga marina più comune nei nostri mari. Se sulle spiagge la protezione di questo esemplare sia efficiente con la segnalazione e il monitoraggio della schiusa delle uova fino alla corsa dei piccoli verso le onde, non si può dire lo stesso in mare.
Le acque che popolano queste creature marine sono diventate una discarica di rifiuti. Si stima che circa l’80% delle tartarughe Caretta Caretta del Mediterraneo abbiano ingerito plastica e altri rifiuti.
Un’altra minaccia per questa specie è costituita dalla pesca: ogni anno solamente nel Mar Mediterraneo oltre 40.000 esemplari perdono la vita per finendo nelle reti dei pescatori o ingerendo ami da pesca proprio come successo per questa taratura. (Leggi anche: La vita delle tartarughe marine del Mediterraneo è diventata un inferno: l’80% delle Caretta caretta ha ingerito plastica)
Se ci si imbatte in una Caretta caretta, o un’altra specie marina in difficoltà, bisogna contattare la Guardia costiera digitando il numero gratuito 1530. Rimettere gli animali in acqua non serve a nulla, in moltissimi casi solo l’intervento di esperti può salvarli.
Fonte: Clinica Veterinaria Duemari/Facebook
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