Aprire una scatoletta di tonno può essere un'operazione salva-cena facile e veloce, ma dalle conseguenze pericolose per la nostra salute
Indice
Con il caldo che sta facendo in questi giorni e che non sembra darci tregua, mettersi ai fornelli e cucinare qualcosa di caldo sembra un’impresa folle. Ecco allora che si ripiega su paste fredde, hummus o più pratiche insalatone a base di verdure crude, arricchite con proteine di origine animale.
Il tonno in scatola è uno dei protagonisti dei piatti estivi. Si tratta di un alimento già pronto per essere consumato, che può essere utilizzato per arricchire piadine, panini, insalate di riso o pasta e, ovviamente, bowl di verdure crude.
Inoltre, trattandosi di pesce già pronto per il consumo, ci permette di introdurre nella nostra alimentazione una porzione di pesce senza avere lo stress di doverlo pulire, spinare e cuocere correttamente. Ma mangiare spesso il tonno in scatola non è molto sano e comporta dei rischi per la nostra salute. Ecco gli errori da non commettere quando si parla di tonno in scatola.
Mangiarlo troppo spesso
Un primo accorgimento è quello relativo a un consumo eccessivo di tonno in lattina. Si tratta innanzitutto di un alimento processato che, prima di arrivare nel nostro piatto, ha subito diversi processi di trasformazione che lo hanno reso fruibile immediatamente per noi.
Poi c’è un altro problema, connesso alla presenza di mercurio nel tonno. Si pensi che il consumo di pesce e crostacei rappresenta oltre la percentuale maggiore dell’esposizione umana al metallo pesante. Ma da dove arriva tutto questo mercurio?
Questo metallo finisce nei laghi, nei fiumi e negli oceani in conseguenza delle attività produttive umane e entra così nel ciclo vitale degli organismi acquatici, finendo per accumularsi nell’organismo dei pesci – in particolare dei predatori più grandi, quelli che per vivere si nutrono di pesci più piccoli (a loro volta esposti alla contaminazione da mercurio).
Leggi anche: C’è davvero mercurio nel tonno in scatola? Ecco cosa dicono gli studi
Acquistarlo in lattina
Se proprio non possiamo fare a meno del tonno già pronto, preferiamo quello confezionato in vetro a quello nelle lattine: il tonno conservato in lattina, infatti, presenta alti tassi di bisfenolo A, una sostanza chimica utilizzata tra le altre cose anche per produrre confezioni e imballaggi.
Un test condotto recentemente dalla rivista Il Salvagente ha analizzato sei scatolette di tonno sott’olio di varie marche, rilevando in tutti i prodotti tracce di questa sostanza chimica (anche se sotto i limiti consentiti dalla legge). Lo stesso tonno, conservato in un barattolo di vetro, presenta una contaminazione da bisfenolo nettamente inferiore.
Non leggere l’etichetta
Ribadiamo sempre l’importanza di leggere l’etichetta prima dell’acquisto di un prodotto, ma quando si tratta di pesce in scatola l’attenzione deve essere doppia. La legge europea in materia di etichette alimentari parla chiaro: su ogni confezione devono essere ben indicati la specie ittica, se si tratta di pesce pescato o allevato, la provenienza e gli attrezzi usati per la pesca – oltre ovviamente alla data di scadenza e all’eventuale presenza di allergeni.
Non è raro incorrere in etichette fuorvianti o incomplete, che non riportano tutte le informazioni richieste. Tra le irregolarità più frequenti vi sono la presenza del solo nome commerciale del pesce (e non di quello scientifico), l’assenza di indicazioni relative al metodo di pesca o alla provenienza del pesce.
Leggere bene le etichette ci rende consumatori più consapevoli di ciò che compriamo e portiamo a tavola. Per esempio, conoscere il metodo di pesca utilizzato, possiamo scegliere di acquistare un prodotto con minor impatto ambientale; oppure, possiamo valutare la provenienza del pescato per scegliere un tonno più vicino alle nostre zone.
Leggi anche: Come leggere correttamente le etichette del tonno in scatola e del pesce fresco
Mangiarlo in gravidanza
Si tratta, come abbiamo detto, di un pesce dall’elevato apporto in termini di mercurio, un metallo pesante potenzialmente dannoso per la mamma e per il feto. Ecco perché le donne incinte dovrebbero evitare di mangiare tonno (fresco o in lattina) durante la gravidanza.
Per quanto riguarda le future mamme, andrebbe evitato in realtà il consumo di tutti i pesci carnivori e di grossa taglia – non solo tonno quindi, ma anche merluzzo, luccio, palombo, pesce spada. Il mercurio, infatti, tende ad accumularsi nei predatori che l’assorbono dai pesci più piccoli di cui si nutrono e che finiscono così per diventarne più ricchi.
Leggi anche: Tonno in scatola: da evitare in gravidanza perche’ troppo ricco di mercurio
Buttare l’olio nel lavandino
Molti di noi sono abituati, quando aprono una lattina di tonno, a far sgocciolare il prodotto direttamente nel lavandino e a gettare così l’olio in eccesso nello scarico domestico. Si tratta di un grave errore che non riguarda solo le scatolette di tonno, ma tutti gli alimenti conservati sott’olio (melanzane, carciofini, funghi…), e che ha conseguenze molto dannose per l’ambiente.
Disperso nell’ambiente, l’olio vegetale esausto può essere molto inquinate per il sottosuolo, per la flora e per i corsi d’acqua. Inoltre, questa sostanza danneggia anche le nostre tubature, creando intasamenti e problemi alle condotte fognarie. La soluzione? Scolare il nostro tonno in una vaschetta atta a raccogliere l’olio vegetale esausto, che porteremo poi all’oasi ecologica o in un centro di raccolta degli olii esausti.
Riciclare l’olio
Se molti di noi non si fanno scrupoli a gettare via l’olio di conservazione del tonno, molti altri si chiedono se non sia una buona idea riutilizzarlo in cucina – magari proprio per condire l’insalatona nella quale il tonno è uno degli ingredienti. Ma è saggio farlo?
Dipende. Si tratta, generalmente, di olio vegetale di buona qualità, arricchito di acidi grassi omega-3 proprio grazie alla presenza del tonno. Quindi, utilizzarlo non è un’idea sbagliata: certamente ridurremo lo spreco alimentare evitando di gettare via dell’olio comunque commestibile e utilizzabile in cucina.
Tuttavia, come ci ha spiegato il nostro nutrizionista in questo articolo, evitiamo di consumare l’olio del tonno se stiamo seguendo un regime alimentare controllato, perché apporterebbe un surplus di calorie e grassi non contemplato nella dieta: in questo caso, il nutrizionista consiglia di acquistare tonno al naturale, senza aggiunta di olio.
C’è poi un altro problema connesso all’olio di conservazione del tonno. Potrebbe non trattarsi di olio di oliva, ma di semplice olio vegetale di qualità inferiore e di provenienza non italiana: per sapere questo, non resta che leggere con attenzione l’etichetta del prodotto.
Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok | Youtube
Ti consigliamo anche: