Rilevato il primo caso di poliomielite a New York dal 2013. Per evitare il diffondersi della pericolosa malattia infettive le autorità sanitarie americane raccomandano: "Chiunque è a rischio si vaccini"
Dopo circa 10 anni, negli Stati Uniti si riaccende il timore per la poliomielite. Ieri il Dipartimento di Salute pubblica degli Usa ha ufficializzato il primo contagio nello Stato di New York. A essersi ammalato un uomo che vive a Rockland County e che non era vaccinato. L’ultimo caso nella nazione era stato rilevato nel 2013 e le autorità sanitarihe hanno fatto sapere che stanno monitorando la situazione per accertarsi che non vi siano stati altri contagi nell’area.
Tutto è iniziato circa un mese fa quando il paziente ha iniziato a soffrire di debolezza ed è poi stato colpito da paralisi. Al momento non è chiaro come l’uomo abbia contratto il virus, ma è probabile che il contagio sia avvenuto all’estero. A tal proposito le autorità americane hanno ricordato l’importanza della vaccinazione per proteggersi da questa pericolosa malattia. Nel nostro Paese è obbligatoria per i bambini dal 1966.
Sulla base di ciò che sappiamo su questo caso, e sulla poliomielite in generale, il Dipartimento della Salute raccomanda vivamente che le persone non vaccinate vengano vaccinate o potenziate con il vaccino antipolio IPV approvato dalla FDA il prima possibile – ha dichiarato la dottoressa Mary T. Bassett, Commissaria alla salute – Il vaccino contro la poliomielite è sicuro ed efficace, protegge da questa malattia potenzialmente debilitante ed è stato parte della spina dorsale delle vaccinazioni infantili di routine richieste e raccomandate dai funzionari sanitari e dalle agenzie di sanità pubblica a livello nazionale.
Cos’è la poliomelite e come si trasmette
La poliomielite è una grave malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso centrale, in particolare i i neuroni motori del midollo spinale. L’infezione è stata rilevata per la prima volta in forma epidemica nell’Europa di inizio XIX secolo e poco dopo negli Stati Uniti. La diffusione della poliomelite ha raggiunto un picco negli Stati Uniti nel 1952 con quasi 58mila casi registrati, mentre in Italia nel 1958, sono stati registrati oltre 8mila casi.
La malattia è causata da tre tipi di polio-virus (1,2 e 3), appartenente al genere enterovirus, che si diffonde il sistema nervoso nel giro di poche ore, distruggendo le cellule neurali colpite e causando una paralisi che può diventare anche totale.
Si trasmette da persona a persona principalmente per via oro-fecale e in casi più rari attraverso l’acqua o cibi contaminati. La poliomelite colpisce soprattutto i bambini sotto i cinque anni di età. Anche i soggetti immunizzati possono venire infettati dal virus, senza svilupparne i sintomi, e trasmetterlo ad altri.
I sintomi iniziali della malattia sono febbre, stanchezza, vomito, irrigidimento del collo e dolori agli arti. Una minima parte delle infezioni – circa una su duecento secondo i dati forniti dall’Oms – porta a una paralisi irreversibile, mentre il 5-10% dei malati muore a causa della paralisi dei muscoli dell’apparato respiratorio.
Purtroppo al momento non esistono cure per la polio, a parte dei trattamenti che possono attenuare i sintomi. L’unica via per evitare pesanti conseguenze è la prevenzione attraverso la vaccinazione.
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Fonti: health.ny.gov/ISS
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