Orca morta nella Senna, trovato foro da proiettile nel cranio: ricompensa di 10.000 euro per identificare il colpevole

Si infittisce il mistero della morte dell'orca finita nella Senna. L'autopsia ha rivelato una lesione da arma da fuoco nel cranio del grande predatore. L'associazione Sea Shepherd intende andare a fondo della triste vicenda, offrendo una ricompensa di 10.000 euro a chiunque possa fornire informazioni per incastrare il colpevole

A fine maggio la notizia di un’orca assassina nella Senna aveva fatto il giro del mondo. Il gigantesco predatore lungo 4 metri, ribattezzato Sedna, era stato avvistato alla foce della Senna tra Le Havre e Honfleur, in Normandia, il 16 maggio e successivamente a ovest della città di Rouen.

Il suo stato di salute era molto preoccupante. L’orca non poteva sopravvivere ancora a lungo nel fiume francese e ogni ora che passava si indeboliva visivamente. Le autorità francesi avevano messo in atto alcuni tentativi per riportarla in mare aperto, ma il 30 maggio il suo corpo è stato ritrovato senza vita nei pressi di Rouen.

L’amara vicenda sembrava essersi conclusa così, ma l’autopsia del grande mammifero marino ha in realtà rivelato che, oltre alle cattive condizioni di salute in cui verteva, l’orca presentava un foro da proiettile nel cranio.

L’associazione Sea Shepherd Francia ha perciò deciso di approfondire la questione, andando fino in fondo e ha offerto una ricompensa di 10.000 euro per identificare il colpevole di questo vile gesto.

@Sea Shepherd France

Purtroppo episodi del genere sono già noti alla ONG del mare. Tante le carcasse di delfini ma anche foche che alle autopsie presentavano fori da proiettile. Si tratta di una pratica dovuta al conflitto uomo-fauna selvatica, in questo caso specifico pescatore-animale marino, in cui l’essere umano compete con gli animali per il territorio e per le sue risorse.

I conflitti con la fauna selvatica – innescati sempre più spesso dalla perdita di habitat naturali o dalla rarefazione delle prede naturali per i grandi carnivori – portano spesso all’uccisione di animali, sia per legittima difesa sia per rappresaglia. Tutto questo contribuisce a portare molte specie verso l’estinzione, spiega il WWF.

Orche, ma anche squali, balene, delfini e foche, sono predatori dei mari e la loro fonte di nutrimento sono tutti i pesci che i pescatori cercano. Questo porta a delle crescenti tensioni tra uomo e animali, che si concludono molto spesso nel peggiore dei modi.

Ecco perché orche, squali e altri grandi abitanti dei mari stanno via via scomparendo, sebbene siano specie protette.

Il mare è il luogo perfetto per reati perfetti, niente sorveglianza, niente testimoni, niente conseguenze.

Se questa somma può motivare un testimone chiave a parlare e portare l’indagine a una conclusione positiva, e se la tragica storia di Sedna può sensibilizzare l’opinione pubblica sui danni causati dalla pesca eccessiva e dal consumo eccessivo di pesce, allora il suo calvario non sarà stato invano, ha affermato Lamya Essemlali, presidente di Sea Shepherd Francia.

Fonte: Sea Shepherd fr.

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