Carcasse in decomposizione, fratture alle ossa e ferite: il lato oscuro degli allevamenti di polli Broiler (che l’Europa dovrebbe vietare)

Una maxi inchiesta svela la breve e infernale esistenza dei polli Broiler allevati in Italia, costretti ad atroci sofferenze e convivere con fratture ossee e ferite: condizioni terrificanti, del tutto incompatibili con il rispetto del benessere animale

Carcasse di polli ormai in decomposizione, abbandonati fra gli esemplari ancora vivi, animali con dolorose ferite e incapaci anche a reggersi in piedi a causa delle ossa fratturate: è l’orrore che è stato svelato dal team investigativo di Animal Equality Italia in un allevamento avicolo del Nord in cui sono stipati 80mila polli.

Le immagini che arrivano dallo stabilimento, suddiviso in due capannoni sono raccapriccianti e riaccendono il dibattito sulla terribile sorte che tocca ai Broiler, ovvero i polli a rapido accrescimento selezionati geneticamente dall’uomo per essere trasformati in carne da macello. La loro è un’esistenza fatta di sofferenze disumane, del tutto incompatibili con la tutela del benessere animale. Per questo diverse associazioni animaliste, fra cui Animal Equality, si battono per chidere all’UE di mettere questa forma crudele di allevamento.

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I dettagli dell’inchiesta sui Broiler italiani

L’inchiesta di Animal Equality realizzata nell’allevamento di polli Broiler italiano è stata portata avanti a più riprese dal 2019. Il quadro che emerge è estremamente drammatico. I volontari dell’associazione hanno documentato infatti:

  • Un alto tasso di mortalità nella struttura

  • Numerosi polli morti e in decomposizione abbandonati in cumuli insieme agli animali ancora vivi: un dato che dimostra quindi un rischio sanitario e batteriologico oltre che grave incuria nei confronti degli animali

  • Pessime condizioni igienico-sanitarie, con la lettiera intrisa di deiezioni che produce ammoniaca e brucia la pelle degli animali (nella lettiera sono stati anche trovati molti animali morti in prossimità delle mangiatoie)

  • Animali con gravi problemi di salute, in particolare affetti da ferite e fratture agli arti dovute al peso abnorme della muscolatura e alla fragilità dello scheletro a causa della selezione genetica estrema a cui sono sottoposti

  • Condizioni di sovraffollamento e temperature troppo elevate proprio durante la stagione estiva (in cui gli stabilimenti dovrebbero essere mantenuti a temperatura controllata)

  • Carcasse abbandonate nelle celle frigorifere di età variabile, a dimostrazione del fatto che la mortalità all’interno dell’allevamento investigato è molto alta in tutti gli stadi di crescita dei polli e altre carcasse in decomposizione rinvenute in vari punti dell’allevamento, tra cui la lettiera, in alcuni casi anche sotto delle mangiatoie.

Dal filmato si evince chiaramente come la maggior parte deip polli non in grado di assumere una posizione di riposo naturale e di camminare adeguatamente. Molti esemplari tanno in quella che è definita posizione dello “splay leg”, con arti divaricati per via del peso abnorme della muscolatura, che schiaccia lo scheletro, rendendo impossibili i movimenti apparentemente più naturali. Mentre altri esemplari stanno accasciati su un fianco e presentano arti rigidi o protesi e non sono in grado di muoversi e di raggiungere mangiatoie e abbeveratoi. Una situazione assurda che porta anche a casi di morte prematura.

Ma l’orrore non finisce qui. Su tanti polli sono visibili lacerazioni, ferite non curate e arrossamenti. E in molti casi la causa è l’acidità della lettiera su cui gli animali poggiano costantemente il corpo, in particolare la zona del petto e del posteriore.

polli broiler

@Animal Equality

I risultati emersi da questa investigazione ribadiscono l’urgenza di sensibilizzare i cittadini su cosa accade realmente negli allevamenti intensivi e la necessità da parte delle istituzioni di intervenire per porre fine all’allevamento dei polli Broiler a rapido accrescimento. – commenta Alice Trombetta, Direttrice Esecutiva di Animal Equality Italia – I polli sono animali dall’intelligenza spiccata, con caratteristiche sociali complesse e come esseri senzienti non possono essere confinati in luoghi di questo genere, costretti a vivere nel degrado e nella sofferenza costante a causa di una selezione genetica che guarda solo al profitto dell’industria a scapito del benessere degli animali.

Cosa si intende per polli Broiler e perché bisogna smettere di allevarli

Ma cosa si intende esattamente con la dicitura polli Broiler e perché il loro allevamento risulta così controverso? Con questo termine si fa riferimento a tutti quei polli frutto di un’esasperata selezione genetica a cui un agronomo statunitense ha dato inizio mezzo secolo fa a vantaggio dell’industria della carne. Questa tipologia di pollo è più diffusa di quanto si pensi: 98% dei polli allevati in Italia, infatti, sono Broiler.

I polli Broiler sono chiamati “a rapido accrescimento” proprio perché sono il risultato di una selezione effettuata dall’uomo al fine di ottenere la crescita accelerata e un volume sempre maggiore di petto e cosce, le parti più richieste sul mercato. Tutto ciò avviene a discapito della loro salute. La prigionia negli allevamenti li condanna a dolori indicibili e a gravi danni cardio-respiratori nell’arco della loro breve esistenza (che in genere non supera i 2 mesi), come appurato dagli esami presentati in un’altra recente inchiesta di Animal Equality. 

Già in 30-40 giorni questi esemplari dispongono già di un petto e delle cosce gonfie, che possono essere vendute sul mercato a un prezzo ridotto. Nel giro di 50 anni il tasso di crescita giornaliero di questa razza creata ad hoc per fare profitto è aumentato del 400%. Il confronto è sconvolgente: nel 1925 un pollo arrivava a pesare 1,2 kg in 112 giorni, mentre nel 2019 un pollo ha raggiunto quasi 3 kg di peso in circa 45-48 giorni di vita.

Com’è facile immaginare, questa crescita dal tutto innaturale provoca una serie di gravi conseguenze sulle salute dei polli: le radiografie mostrano danni alle ossa e la calcificazione incompleta e numerose fratture; dai controlli effettuati emergono anche numerose irritazioni e infezioni, sia sul petto che sugli arti inferiori, provocati dall’alto tasso di ammoniaca presente nella lettiera, su cui gli animali sono costretti a poggiare il petto costantemente; infine, questi polli sono esposti al rischio di problemi cardio-respiratori e agli organi interni; questi ultimi sono causati principalmente dall’esposizione agli alti tassi di ammoniaca presenti nella struttura.

radiografia pollo

@Animal Equality Italia

Alla luce dei risultati emersi dalle varie inchieste realizzate all’interno degli allevamenti di polli Broiler, Animal Equality ha lanciato una petizione rivolta al Ministro per le Politiche Agricole e al Ministro per la Salute per chiedere di supportare a livello europeo la messa la bando delle razze a rapido accrescimento e di disporre vietare queste razze in Italia. Inoltre, l’associazione ha deciso di depositare una denuncia presso la Commissione europea contro tutti gli Stati Membri, rilevando come la condizione dei polli broiler allevati per la loro carne sia in netto contrasto con la legislazione UE che regola il benessere animale (Direttiva 98/58/CE).

Infatti, su tutto il territorio europeo è possibile allevare polli broiler “a rapido accrescimento” ma, come gli studi scientifici dimostrano, non è possibile assicurare a queste razze di polli una vita priva di sofferenza e dolore, rendendo così impossibile il loro benessere all’interno di un qualsiasi allevamento, come è invece richiesto dalla normativa UE, che impone il rispetto di standard minimi di benessere degli animali (riconosciuti come esseri senzienti dall’articolo 13 TFUE).

L’Unione europea ha dichiarato il benessere animale una priorità, tanto che esso è stato anche inserito tra gli elementi essenziali della strategia «Dal produttore al consumatore» adottata dalla Commissione europea nel maggio 2020 nel contesto del Green Deal europeo. È quindi evidente che l’obiettivo è quello di proteggere sempre di più gli animali e tutelarne il benessere, ma è altrettanto evidente come l’allevamento dei polli broiler a rapido accrescimento sia in totale contrasto con questi propositi. – conclude Alice Trombetta –  È tempo che l’Unione europea si muova per mettere al bando questi ibridi commerciali inaccettabili”.

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Fonte: Animal Equality Italia

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