Attivato lo stato d'emergenza in 5 Regioni italiane per far fronte alla siccità, che sta mettendo in ginocchio il settore agricolo e la popolazione: quanto tempo resterà in vigore? Quali territori riceveranno sostegno economico e cosa cambierà concretamente d'ora in poi?
Dopo settimane di appelli da parte di diversi governatori regionali, il Consiglio dei Ministri ieri ha finalmente deliberato lo stato d’emergenza per le 5 Regioni più colpite dalla siccità: si tratta di Veneto, Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Friuli-Venezia Giulia.
Niente da fare, invece, almeno per il momento per Lazio e Umbria, che avevano chiesto il sostegno del Governo per far fronte alla crisi idrica. Ma non è escluso che il provvedimento venga esteso nei giorni successivi.
Lo stato d’emergenza, dichiarato piuttosto in ritardo (se si considera che diversi fiumi erano già in secca a febbraio), resterà in vigore fino al 31 dicembre 2022 ed è stato deliberato con l’obiettivo di “fronteggiare con mezzi e poteri straordinari la situazione in atto, con interventi di soccorso e assistenza alla popolazione interessata” e ripristinare le “funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche”.
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In cosa consiste l’attivazione dello stato d’emergenza
Ma cosa cambierà al livello concreto per questi territori? In totale sono stati stanziati 36.500.000 euro a carico del Fondo per le emergenze nazionali, che saranno ripartiti in questo modo:
- 10.900.000 euro all’Emilia-Romagna
- 4.200.000 euro al Friuli-Venezia Giulia
- 9.000.000 euro alla Lombardia
- 7.600.000 euro al Piemonte
- 4.800.000 euro al Veneto
“All’esito di ulteriori approfondimenti potranno essere adottate ulteriori deliberazioni per il completamento delle attività o per l’avvio di nuovi e diversi interventi” ha chiarito il Governo nel comunicato.
L’attivazione dello stato di emergenza rappresenta, però, soltanto la prima fase di un iter più complesso. Nei prossimi giorni il Consiglio dei Ministri si riunirà per lavorare su un decreto con una serie di misure precise per far fronte all’emergenza siccità. Inoltre, il Governo Draghi nominerà un Commissario straordinario, al quale verrà affidato il coordinamento di tutti gli interventi per gestire la crisi idrica.
Le misure che saranno messe in campo serviranno a risollevare innanzitutto il settore agricolo, messo in ginocchio dal caldo record e dall’assenza di piogge. Secondo le stime della Coldiretti, sarebbero circa 270mila le aziende agricole che hanno sede nelle Regioni in codice rosso, in cui è stato dichiarato lo stato d’emergenza.
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Fonte: Governo
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