Non solo pressione alta, gli effetti negativi di mangiare troppo sale sul tuo corpo sono peggiori di quel che immagini

Tutti noi aggiungiamo quotidianamente del sale ai nostri piatti, ma forse non sapevi che oltre all'aumento della pressione sanguigna, consumare troppo sale può causare una serie di effetti collaterali per la nostra salute.

Tutti noi aggiungiamo quotidianamente del sale ai nostri piatti, ma forse non sapevi che oltre all’aumento della pressione sanguigna, consumare troppo sale può causare una serie di effetti collaterali per la nostra salute.

La realtà è che consumiamo molto più sale di quanto ci rendiamo conto, in quanto è nascosto in molti alimenti. Se anche tu ami aggiungere il sale sui tuoi cibi preferiti o adori gli snack salati, potresti consumare troppo sodio.

Sarebbe proprio quest’ultimo a destare la preoccupazione degli esperti, soprattutto per gli effetti che questo minerale contenuto nel sale possa avere sulla salute delle persone. Vediamo insieme quali.

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Gli effetti negativi dell’eccesso di sale nel corpo

Se da una parte il corpo umano ha bisogno della presenza di sale per sopravvivere, dall’altra le linee guida dietetiche USDA raccomandano un consumo per gli adulti che non vada oltre i 2.300 milligrammi di sodio al giorno, ossia l’equivalente di un cucchiaino di sale.

Anche l’American Heart Association (AHA) si è espressa al riguardo e suggerisce di limitare l’assunzione a soli 1.500 milligrammi al giorno, in modo da mantenere bassi i livelli di pressione sanguigna.

Queste, però, possono essere delle indicazioni difficili da seguire, in quanto molti alimenti contengono elevate quantità di sale di cui magari non siamo a conoscenza. Si tratta, per esempio, di alimenti come pane, salse, zuppe, cereali e prosciutto.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere gli effetti collaterali dell’eccesso di sale per la nostra salute generale.

Pressione alta

Un eccesso di sale nel corpo può influire negativamente sull’ipertensione, nelle malattie cardiache e nell’insorgenza di ictus.

Consumare troppo sale è, infatti, collegato all’aumento della pressione sanguigna, in quanto il sodio trattenendo l’acqua nel corpo e favorendo la presenza di acqua nei vasi sanguigni, genera una più alta pressione sanguigna.

Pertanto, un’elevata assunzione di sale oltre ad aumentare i livelli di pressione sanguigna, può causare un restringimento dei vasi sanguigni e delle arterie e di conseguenza un’aumento del rischio di malattie cardiache.

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Ritenzione idrica

Il sodio svolge un importante ruolo nella regolazione dei livelli di liquidi nel corpo. Secondo uno studio, ciò avviene in quanto i reni conservano l’acqua in eccesso per compensare l’eventuale quantità di sodio.

Per questo motivo, non è raro sentire un gonfiore addominale dopo aver consumato un pasto salato o soffrire di ritenzione idrica.

Osteoporosi

Tra i vari fattori di rischio per l’osteoporosi, una condizione che fa sì che le ossa diventino più sottili e più deboli, anche il sale può avere un impatto sulla salute delle ossa.

Questo perché, il sale potrebbe causare un aumento dell’escrezione urinaria di calcio, che è vitale per il mantenimento di ossa sane. Pertanto, il sale è considerato un fattore di rischio per l’osteoporosi.

Cancro allo stomaco

Uno dei tumori più comuni al mondo, il cancro allo stomaco è stato associato ad una dieta ricca di sale.

Uno studio avrebbe evidenziato come l’assunzione eccessiva di sale fosse strettamente correlata alla mortalità per cancro allo stomaco. Infatti, il sale influenza l’Helicobacter pylori (H pylori), un’infezione batterica che può danneggiare lo stomaco ed è associata a un rischio più elevato di cancro allo stomaco.

Conclusioni

Alla luce degli effetti negativi esposti, risulta molto importante ridurre le quantità di sale nelle nostre diete per aiutare a mantenere la pressione sanguigna sotto controllo e ridurre il rischio di avere un infarto o un ictus.

In tal senso, un piccolo accorgimento è quello di prendere l’abitudine di controllare il contenuto di sale e di sodio sulle etichette degli alimenti.

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