Un recente studio scientifico ha ribaltato la datazione dei resti fossili di Australopithecus africanus, sono molto più antichi del previsto e si sarebbero evoluti contemporaneamente ad altri parenti del continente africano tra cui Lucy, l'Australopithecus afarensis dell'Africa orientale
Gli ominidi Australopithecus africanus, nostri antenati del Sudafrica, erano molto più vecchi di quanto la scienza ha sempre creduto e mica di poco! Più di 1000 anni secondo la nuova datazione fornita da uno studio scientifico pubblicato di recente sulla rivista PNAS.
I resti di questi ominidi preistorici sono stati riportati alla luce nel sito paleoantropologico di Sterkfontein, anche chiamato “culla dell’umanità” per l’inestimabile patrimonio di reperti fossili qui ritrovati. Tra questi spicca il cranio di una donna soprannominata Mrs. Ples. Oggi questo incredibile resto costituisce il cranio più completo di Australopithecus africanus mai scoperto. Sulla sua datazione molti esperti concordavano che questa ominide, così come la sua specie, avesse un’età stimata tra i 2,1 e i 2,6 milioni di anni.
Questi dati hanno fatto emergere però non poche perplessità anche perché secondo la datazione ipotizzata questa corrisponderebbe al periodo in cui i primi Homo habilis esploravano il continente africano.
Siccome nelle grotte di Sterkfontein nessun resto fossile di Homo habilis è stato mai scovato, la datazione doveva essere probabilmente rivista. Eseguire dei test sui reperti fossili di Australopithecus africanus non è tuttavia possibile. La loro fragilità impedisce qualunque analisi. Anche per la precedente datazione sono stati raccolti e studiati campioni di sedimenti rocciosi all’interno della grotta dove Mrs. Ples è stata trovata.
Questa volta un team internazionale di paleontologi ha prelevato dalle grotte carsiche altro materiale e ha condotto un’attenta analisi stratigrafica su questa.
A stunning proposal for revision of the age of the Sterkfontein Australopithecus africanus fossils: Instead of 2.6–2.1 million, they may be 3.7–3.3 million years old. This would reconfigure the role of South Africa in early hominin evolution. https://t.co/TOBP905QJG pic.twitter.com/wAArQKdx8G
— John Hawks (@johnhawks) June 28, 2022
La datazione isotopica cosmogenica ha dimostrato che l’australopiteco del Sudafrica visse in realtà dai 3,4 ai 3,6 milioni di anni fa. Per questo sarebbe contemporaneo agli Australopithecus afarensis dell’Africa orientale. A questa specie appartiene Lucy, la nostra antenata i cui resti furono scoperti in Etiopia nel 1974.
Ciò significa che il nostro albero genealogico è più simile a un cespuglio, ha detto Laurent Bruxelles, uno degli autori dello studio.
Questa scoperta rende ancora più complesso definire le linee evolutive dei nostri antenati. Le due specie di Australopitechi avrebbero, infatti, potuto interagire tra di loro nel corso della storia.
Fonte: PNAS
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