Si tratta di uno dei fiori che, per il loro "pesante olezzo", vengon definiti "cadavere". È il più grande del mondo ed è una rara specie parassita che ruba i geni della pianta ospite
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Nelle fitte foreste del sud-est asiatico c’è un fiore molto particolare: è la Rafflesia arnoldii, conosciuta per essere il più grande fiore del mondo. Chi conosce i Pokémon sa che, ispirandosi a questo fiore, è stato disegnato Vileplume, noto Pokémon Erba/Veleno di prima generazione. È uno di quelli soprannominati “fiore cadavere” per l’odore che emana ed è ritenuto un parassita, vediamo perché.
Era il 1818 quando, a Sumatra, l’ufficiale britannico Thomas Stamford Raffles e il naturalista Jospeh Arnold si imbatterono in questo raro esemplare. Il nome scientifico del fiore, infatti, Rafflesia arnoldii, fu assegnato in onore dei suoi scopritori.
Ma perché è detto fiore cadavere? Questo bizzarro soprannome è dato dal fatto che la Rafflesia emana uno sgradevolissimo odore di putrido che non attira i soliti animali impollinatori, come api o altri insetti, bensì solo le mosche. Esattamente come accade, per esempio, l’Amorphophallus titanum:
Altra curiosa caratteristica del fiore è la capacità di emanare calore: gli scienziati suggeriscono che il calore aiuterebbe a volatilizzare i cattivi odori e a rendere confortevole l’ambiente per le mosche impollinatrici che talvolta utilizzano il fiore per deporre le loro uova.
Le caratteristiche e dove vive
Il fiore appartiene alla famiglia delle Rafflesiaceae, piante prevalentemente parassite prive di tessuti, radici e fusti. La R. arnoldii appare in superficie come una spessa struttura carnosa costituita da cinque petali rossi duri con verruche bianche in superficie e al centro una grossa apertura.
Le sue dimensioni sono degne di nota, tanto che può arrivare a pesare fino a 11 kg e non a caso è considerato il fiore più grande del mondo.
La famiglia delle Rafflesiaceae è nota per essere una specie strettamente parassitaria su radici e fusti di Viti di Tetrastigma (famiglia delle Vitacee). Gli organi vegetativi di queste piante a fiore, infatti, sono estremamente ridotti o comunque modificati; non ci sono radici o fusti né organi fotosintetici che consentono il processo di fotosintesi clorofilliana.
Questa specie così rara è diffusa prevalentemente nelle aree subtropicali dell’Asia, in particolare nelle foreste di pianura. Purtroppo il suo habitat è minacciato dall’intervento dell’essere umano: parte del territorio viene sfruttato per l’agricoltura o per la creazione di boschi da cui ricavare il legname. Inoltre le gemme del fiore raro, a cui vengono impropriamente attribuite caratteristiche curative, vengono vendute.
Ladro di geni
I ricercatori di Harvard, osservando e studiando questo singolare esemplare, hanno scoperto che non ruba soltanto acqua, cibo e nutrienti dalla vite ospite. Il fiore, infatti, si appropria anche dei suoi geni per sopravvivere. Questo scambio di geni tra la Rafflesia e la vite ospite è noto come trasferimento genico orizzontale.
Polline e impollinazione
Il polline del fiore cadavere, diversamente da altri fiori, si presenta come un liquido viscoso che aderisce al dorso delle mosche e vi rimane attaccato per settimane. Tuttavia è raro che i processi di impollinazione e fecondazione vadano a buon fine.
I fiori sono unisessuali, per cui è necessario che quelli maschili si trovino nelle immediate vicinanze di quelli femminili e che entrambi possano aprirsi contemporaneamente per consentire alle mosche di trasferire il polline. Ma la durata della vita dei fiori è di soli 5-7 giorni, un intervallo di tempo assai limitato che risulta essere l’ennesimo ostacolo al successo della riproduzione.
Curiosità
La particolarità di R. arnoldii ha avuto un forte impatto anche a livello culturale: le rappresentazioni del fiore cadavere appaiono su francobolli e banconote. Ma non solo: i creatori del mondo dei pokemon si ispirano a questo raro esemplare per crearne un personaggio molto simile: il suo nome è Vileplume, pokemon erba/veleno di prima generazione.
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Fonti: Encyclopedia Britannica / Western Michigan University
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