Italia, Portogallo, Slovacchia, Bulgaria e Romania vogliono ritardare di cinque anni il piano dell'Unione Europea per vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2035. Il documento dei 5 è stato fatto circolare in vista della riunione del Consiglio ambiente Ue fissata per martedì 28
L’Italia – insieme con Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia – ha presentato nei giorni scorsi un documento che chiede di posticipare al 2040 la data del 2035 per lo stop ai motori a combustione in Unione europea e la riduzione del 90% – anziché 100% – delle emissioni di CO2, entro il 2035.
Il documento è stato diffuso in vista della riunione del consiglio ambientale dell’Ue fissato per martedì 28.
Il nostro Governo, insomma, chiede all’Europa di lasciare che le auto a benzina e diesel sopravvivano per almeno altri cinque anni e soprattutto modifiche su veicoli commerciali, biocarburanti e deroghe per i produttori di nicchia, come Ferrari e Lamborghini (che una deroga già ce l’hanno) fino al 2036.
Una proroga, insomma, il cui sospetto però era dietro l’angolo. I negoziati con gli Stati membri non erano affatto facili e già settimane fa sembrava che alcuni gruppi industriali, tra cui l’associazione automobilistica tedesca VDA, abbiano fatto pressioni sui legislatori affinché rifiutassero l’obiettivo del 2035, che secondo loro penalizza i combustibili alternativi a basse emissioni di carbonio, lamentando inoltre incertezze sull’introduzione delle infrastrutture di ricarica che rendono l’impegno al 2035 troppo rischioso.
Cosa chiedono Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia
Sostanzialmente di spostare i target proposti dalla Commissione europea e appoggiati dall’Europarlamento avanti di 5 anni.
Quanto alle auto, Italia, Bulgaria, Portogallo, Romania e Slovacchia chiedono una riduzione delle emissioni di CO2 del 90% entro il 2035 e del 100% entro il 2040. Per i veicoli commerciali leggeri, la proposta è di una riduzione delle emissioni del 45% entro il 2030, dell’80% entro il 2035 e del 100% entro il 2040. E inoltre per questi autoveicoli anche di ripristinare il meccanismo per assicurare una distribuzione equa degli sforzi per ridurre le emissioni tra i produttori.
I cinque Paesi sostengono anche il prolungamento della durata della deroga di cui beneficiano i produttori di nicchia, come Ferrari, Lamborghini, oltre il 2029 e almeno fino al 2036, e l’estensione del meccanismo di incentivazione dei veicoli a basse emissioni oltre il 2029. Cioè a una data da stabilirsi dopo la revisione del regolamento prevista nel 2028.
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Fonte: Reuters
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