L’immagine di questo bastoncino in plastica colorata avrà certamente evocato ricordi a base di salsedine, di partite a calcio balilla sul pontile dello stabilimento balneare e di pranzi al sacco consumati sulla spiaggia in gioventù.
È lo stecchino di un ghiacciolo molto famoso negli anni ’80 (di cui non facciamo il nome) e da decenni ormai fuori produzione. Il ghiacciolo costava 150 lire e presentava questo particolare stecco in plastica dura, disponibile in diversi colori, che poteva essere riutilizzato per giocare.
Un momento di vacanza e spensieratezza che si è trasportato, praticamente intatto, fino al 2022 – un’ennesima dimostrazione di quanto la plastica sia molto più longeva di certe nostre abitudini, perfino dei prodotti stessi in cui si trovava.
I volontari del progetto Archeoplastica hanno recuperato questo stecco e altri simili sulle spiagge italiane, sotterrati sotto pochi centimetri di sabbia. Un reperto di archeologia moderna che ci ricorda quanto sia urgente abolire l’uso della plastica se non vogliamo ritrovarci, fra qualche anno, completamente sommersi da rifiuti di epoche anche lontane dalla nostra.
Magari chi ha buttato questo bastoncino era un bambino e non ha pensato che le conseguenze di quel gesto di inciviltà potessero scontarle oggi i suoi figli. Perché questo è il problema della nostra società consumistica: ciò che per noi dura un attimo – il tempo di un ghiacciolo – ha conseguenze sull’ambiente per i prossimi decenni.
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Fonte: Archeoplastica
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