Si ribalta la nave che poteva trasportare 9mila pecore, ce ne erano 16mila e quasi tutte sono annegate nel Mar Rosso

Strage di pecore nel Mar Rosso: oltre 15mila esemplari sono morti a seguito del ribaltamento di una nave mercantile, che ne trasportava il doppio rispetto al numero consentito. L'ennesima tragedia annunciata che riaccende il dibattito sul crudele trasporto di animali vivi

Sono morte in maniera atroce, annegate tra le acque del Mar Rosso: è il destino brutale toccato a migliaia di pecore, che si trovavano stipate in una nave mercantile. Il tragico incidente è avvenuto domenica poco dopo che l’imbarcazione aveva lasciato il porto sudanese di Suakin.

Il mezzo avrebbe potuto trasportare un massimo di 9000 animali, invece a bordo ne sono state caricate quasi più della metà delle pecore: circa 16.000. Ed è così che l’imbarcazione, che era diretta in Arabia Saudita, non ha retto il peso e nel giro di poco è andata a picco. Praticamente una tragedia annunciata.

E nella strage sono morte quasi tutte le pecore: soltanto circa 700 esemplari sono stati recuperati, ma le loro condizioni di salute sono preoccupanti.

“Sono molto malate e non ci aspettiamo che vivano a lungo” ha fatto sapere Saleh Selim, capo della divisione bestiame dell’associazione nazionale degli esportatori. In realtà la nave ha impiegato diverse ore per affondare, come sottolineato dall’associazione, che ha chiesto l’apertura di un’indagine sull’incidente. Una finestra temporale che avrebbe permesso di salvare molti più esemplari di quelli che sono stati recuperati dalle acque. L’equipaggio, invece, è riuscito a mettersi in salvo.

L’ennesima strage annunciata che riapre il dibattito sul trasporto di animali vivi

La strage di pecore avvenuta nel Mar Rosso lascia con l’amaro in bocca ma, purtroppo, non sorprende e riaccende i riflettori sulla spinosa questione del trasporto di animali vivi. Questi incidenti sono infatti molto più frequenti di quanto si immagina. Un episodio analogo si era verificato nel novembre del 2019, quando oltre 14mila pecore morirono annegate al largo della costa della Romania, a seguito del ribaltamento di una nave mercantile. Anche in questo caso l’imbarcazione era sovraccarica.

Più di recente hanno fatto discutere i viaggi interminabili a cui sono stati costretti centinaia di bovini, rimasti per oltre due mesi bloccati in mare sulle imbarcazioni KArim Allah e Elbeik, dopo essere partite dalla Spagna poco prima dello scorso  Natale per esportare gli animali in vari Paesi, tra cui la Turchia e la Libia. A causa di un focolaio di febbre catarrale (malattia che colpisce bovini e ovini) le due navi sono state respinte dagli Stati e durante il tragitto tantissimi esemplari sono deceduti.

E anche in questo caso, alla fine la vicenda si è conclusa nel peggiore dei modi: con l’abbattimento di tutti gli animali. Naturalmente questi incidenti non si verificano soltanto in mare, anche se vicende come quella avvenuta nel Mar Rosso fanno più notizia di altre.

Che dire tutti quei suini, polli e altri animali, stipati sui camion come se fossero merce e che trovano la morte sulle nostre strade mentre vengono trasportati per finire al macello? Queste tragedie sono all’ordine del giorno o quasi e la loro sorte sembra non importare a nessuno, fatta eccezione per gli attivisti e le associazioni animaliste. Il trasporto di animali vivi è una crudeltà da abolire.

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Fonti: AFP/AWF

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