Infarti: se si potessero prevedere 5 anni prima con un semplice esame della vista? Lo studio che dimostra come fare

Una recente ricerca ha individuato come riuscire a predire chi è a rischio di infarto. Attraverso un semplice esame della vista, i ricercatori sono stati in grado di predire il rischio circa 5 anni prima

Secondo uno studio, una semplice visita oculistica non invasiva può essere in grado di prevedere il rischio di infarto.

I ricercatori hanno scoperto che la combinazione delle informazioni sul modello dei vasi sanguigni nella retina, con i fattori clinici tradizionali ha consentito loro di identificare meglio il rischio di un infarto.

Leggi anche: Infarto: il cuore umano può ripararsi da solo e ora sappiamo quali cellule sono cruciali per farlo

Lo studio

Gli studiosi hanno utilizzato i dati della Biobanca britannica, che contiene le cartelle cliniche e sullo stile di vita di 500.000 persone, per calcolare una misura denominata dimensione frattale.

Lo hanno quindi combinato con altri fattori quali età, sesso, pressione sanguigna sistolica, indice di massa corporea e stato di fumatore.

In questo modo sono stati in grado di classificare meglio i partecipanti con rischio di infarto miocardico basso o alto, poiché la retina permette di visualizzare direttamente i vasi sanguigni e valutare la salute vascolare.

L’età media per un infarto è di 60 anni e hanno scoperto che il loro modello ha raggiunto le migliori prestazioni predittive più di cinque anni prima che si verificasse l’episodio.

Sperano che, in futuro, un semplice esame della retina possa fornire informazioni sufficienti per identificare le persone più a rischio, in modo aiutare i pazienti ad adottare misure di prevenzione.

Ovviamente, sono necessarie ulteriori ricerche per dimostrare la validità di questo metodo. Sarà inoltre necessario lavorare per comprendere la fattibilità di questo approccio, e determinare il modo migliore per incorporare queste scansioni nella pratica clinica di routine.

Seguici su Telegram | Instagram | Facebook | TikTok |   Youtube

Fonte: The European Society of Human Genetics

Ti potrebbe interessare:

Condividi su Whatsapp Condividi su Linkedin
Iscriviti alla newsletter settimanale
Seguici su Facebook