Sono una nutrizionista e ti spiego come scegliere i migliori crackers al supermercato

Per uno snack al volo quando siamo fuori casa, spesso portiamo con noi dei crackers. Sul mercato ne esistono moltissime tipologie e varietà. Ma quali scegliere? Ci dà alcuni consigli la nutrizionista Roberta Martinoli

Di fronte allo scaffale dei crackers al supermercato abbiamo davvero l’imbarazzo della scelta. Ne esistono infatti di tantissime marche e varietà, adatte a tutti i gusti e alle differenti esigenze dei consumatori.

Abbiamo chiesto a Roberta Martinoli, medico e nutrizionista, di darci qualche indicazione utile per scegliere i crackers migliori, consapevoli del fatto che si tratta sempre di cibi industriali e trasformati che andrebbero consumati il meno possibile.

Come sempre, fondamentale è leggere le etichette e in particolare la lista degli ingredienti. Ecco cosa ci ha detto la dottoressa Martinoli:

“L’industria alimentare ci propone un’estrema variabilità di crackers. Il consumatore li percepisce, non sempre a ragione, come prodotti più leggeri e più pratici rispetto al pane e questo perché un pacchetto di crackers definisce già la dose che dobbiamo consumare. Non serve poi fare la spesa tutti i giorni come accade invece quando scegliamo di mangiare il pane. Ma i crackers non sono tutti uguali. Ci sono quelli che contengono grassi di origine vegetale e quelli che al contrario sono completamente privi di grassi. Ci sono quelli integrali e quelli che si fregiano immeritatamente di questa dicitura. Spesso infatti la materia di cui sono fratti è farina di grano tenero raffinata (tipo 0) con l’aggiunta di cruschello. In altri casi la farina integrale rappresenta appena la metà dell’impasto.
Ci sono poi i crackers insaporiti al formaggio. Spesso si tratta di un formaggio ottenuto da latte in polvere e quindi di scarsa qualità. Ogni volta poi in cui la lista degli ingredienti si complica accanto al sale compaiono anche gli zuccheri e spesso nei crackers più lavorati troviamo l’onnipresente sciroppo di glucosio-fruttosio”.

Quali scegliere quindi?

“È proprio la lista degli ingredienti a rappresentare il nostro principale criterio di scelta. Ci piacerebbe trovare un cracker che contenga farina integrale vera e non farina di grano tenero di tipo 0, che non contenga grassi e che nel caso in cui li contenga non preveda nella sua formula l’olio di palma, che sia lievitato utilizzando un lievito naturale, che non contenga sciroppo di glucosio-fruttosio né farine maltate. Spesso infatti scorgiamo tra gli ingredienti l’estratto di malto d’orzo o le farine maltate. Di cosa si tratta? I chicchi del cereale vengono fatti macerare a contatto con l’acqua, quindi vengono posti in apposite camere di germinazione e infine vengono fatti essiccare. Durante la germinazione avviene la conversione dell’amido in molecole più semplici (maltosio e destrosio) ad opera di due enzimi, la beta e l’alfa-amilasi. I lieviti crescono utilizzando questi zuccheri come substrato nutritivo. Quindi le farine maltate vengono previste nell’impasto per un’esigenza dell’industria alimentare. Sarà così possibile ottenere un prodotto più friabile perché meglio lievitato. Gli zuccheri che residuano nell’impasto perché non sono stati consumati dai lieviti caramelizzano in cottura consentendo l’ottenimento di un prodotto più colorato e saporito. Ma per effetto dello stesso processo di caramellizzazione troveremo tra gli ingredienti non dichiarati anche l’acrilammide, sostanza potenzialmente cancerogena. Inoltre una parte degli zuccheri rimane nel prodotto finito elevandone così l’indice glicemico”.

Quando possibile, meglio preparare i crackers in casa, cosa abbastanza semplice e veloce. I vantaggi poi, indubbiamente, sono molti: avere un prodotto fresco realizzato con ingredienti di ottima qualità (a partire dalla farina) e la possibilità di limitare la quantità di sale e grassi.

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