Conosci davvero i pericoli di mangiare sushi o pesce crudo? Stiamo sottovalutando troppo i rischi dell’anisakis

Un nuovo studio dell'Efsa ha valutato il rischio di Anisakis nei pesci che si consumano in Portogallo e la conoscenza da parte delle persone dei rischi che presenta questo parassita e come prevenirli

Ormai praticamente tutti conoscono la salmonella (anche in seguito al recente focolaio causato dai Kinder) e i consumatori generalmente sanno quali sono gli alimenti che li espongono a maggiori rischi. Ma cosa dire dell’Anisakis? Quale percezione del rischio c’è tra le persone? I consumatori conoscono i metodi per prevenire tale infezione?

Uno studio in merito è stato condotto dall’Efsa in Portogallo. Questo, da una parte ha analizzato il pesce locale per scoprire la presenza dei parassiti e dall’altro ha valutato la reale consapevolezza dei rischi di contaminazione e dei metodi per prevenire l’infezione che hanno i consumatori.

Cos’è l’anisakiosi

L’anisakiosi è l’infezione causata dai parassiti del genere Anisakis che possono infettare pesce crudo o poco cotto. I sintomi che possono comparire nel caso si consumi pesce contaminato sono in particolare di tipo gastrointestinale ma anche allergici.

Come campione dello studio dell’Efsa è stato preso il Portogallo, nonostante ci siano poche segnalazioni di anisakiosi ma vi sono segnali di un aumento della problematica. Negli ultimi anni, infatti, si sono verificati diversi casi allergici in seguito ad infezioni dovute proprio a questo parassita.

Il Portogallo è uno dei Paesi con i più alti livelli di consumo di pesce al mondo e il nasello è tra i più popolari. In realtà non esiste una tradizione di consumo di pesce crudo o poco cotto in Portogallo, ma da quando spopolano sushi e poke, stanno cambiando le abitudini. Tra l’altro anche metodi di cottura comuni come la griglia non raggiungono sempre temperature sufficienti per uccidere le larve dei parassiti.

Non a caso, segnala l’Efsa, c’è stato un aumento dei casi di anisakiosi negli ultimi decenni. Ciò è probabilmente dovuto a diversi fattori, tra cui i maggiori controlli sui prodotti della pesca (che portano ad un maggiore rilevamento di contaminazioni) ma anche alle tecniche migliorate, in grado di rilevare più infezioni.

Lo studio sul nasello

Per effettuare la ricerca, 45 naselli europei di diversa età sono stati misurati e pesati mentre i visceri e i muscoli sono stati esaminati per vedere se contenevano larve di Anisakis. Queste sono state effettivamente trovate e in totale lo studio ha scovato 473 larve di Anisakis stadio 3.

Ma i consumatori portoghesi sono consapevoli dei rischi?

Dei 746 intervistati, la maggior parte ha citato la “trasmissione di parassiti” come rischio associato al consumo di pesce crudo. Molte persone, però, non avevano mai sentito parlare di Anisakis o dei metodi di prevenzione. Di coloro che erano a conoscenza di tali metodi, la maggioranza ha citato “cucinare a fondo” e “congelare” come i più importanti.

Solo il 7% delle persone ha evitato di acquistare o mangiare pesce a causa della possibile presenza di Anisakis. Inoltre, il 35% degli intervistati sarebbe disposto a pagare di più (tra 1 e 2,5 euro) per un prodotto ittico che è stato trattato per rimuovere le larve di Anisakis e gli allergeni.

Nelle conclusioni dello studio si legge che:

Un numero significativo di partecipanti aveva poca o nessuna conoscenza di Anisakis spp., dei rischi ad essi associati e dei metodi di prevenzione. (…) È chiaro che qui è necessario aumentare la consapevolezza sul parassita, in modo che i consumatori conoscano i rischi associati al consumo di pesce crudo o leggermente lavorato e conoscano metodi efficaci per prevenirne l’infezione. Queste informazioni dovrebbero essere incluse nei programmi di sensibilizzazione dei consumatori in merito agli alimenti sicuri.

Se volete conoscere tutti i consigli utili per evitare infezioni leggete: Anisakis, il parassita del sushi è sempre più diffuso. Come evitare le intossicazioni

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Fonte: Efsa

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