Viaggio nell’inferno di calore della città pakistana che ha raggiunto i 51 gradi, dove non ci sono più alberi

Negli ultimi due mesi, il Pakistan e l’India stanno facendo i conti con un caldo estremo. Da queste parti le temperature hanno raggiunto livelli folli. E la città di Jacobabad, nel Sindh, non ha nemmeno più alberi

Se per la crisi climatica ancora si stenta a credere che le città possano letteralmente diventare invivibili, beh, questo è il momento di ricredersi definitivamente. Esiste un luogo, in questo momento sulla faccia della Terra, dove il caldo torrido è iniziato a marzo, molto prima del normale e dell’umanamente possibile, e andrà avanti fino ad agosto.

Muhammad Akbar, 40 anni, è uno dei tanti che vede ogni giorno la morte in faccia. Vende ceci secchi trascinando una carriola a Jacobabad e qui, tra fatica e sudore, ha subito già per tre volte un colpo di calore. È questa quella parte della Terra in cui il termometro segna cifre inenarrabili.

Lui, e i tanti altri che vivono qui, ha di fatto sempre vissuto estati torride, dal momento che la città sorge in corrispondenza del Tropico del cancro, ma la situazione sta precipitando sotto ai piedi. Anzi, sotto ai piedi ora c’è solo terra brulla e arida, quella che non vede nemmeno più un albero.

Una volta c’erano molti alberi in tutta la città – racconta Muhammad –, l’acqua non mancava e avevamo altre strutture per poter combattere facilmente il caldo. Ma ora non ci sono alberi e l’acqua scarseggia, per cui l’afa sta diventando insopportabile. Ho paura che questo caldo ci toglierà la vita nei prossimi anni.

L’aria umida in arrivo dal mar Arabico ha contribuito a far andare le temperature oltre i 51 gradi Centigradi e si teme che non si arresteranno. I blackout sono sempre più frequenti e i ricoveri per infarti e altri problemi cardiaci sono a decine.

La maggior parte dei lavoratori si prende due ore di ferie nel pomeriggio – riferisce Mashooq Ali, a capo del sindacato dei lavoratori delle risaie – e poi torna al lavoro. La sera quando torniamo a casa siamo estremamente stanchi e abbiamo voglia di riposarci ma a causa del caldo non dormiamo abbastanza.

Gli abitanti di Jacobabad usano i ventilatori a mano e fanno frequenti bagni con l’acqua fredda delle pompe a mano. Secondo quanto riferito, campi di acqua fredda gratuiti sono stati allestiti in quattro punti della città e, ovviamente, stanno attirando enormi folle.

caldo pakistan

©ESA – La situazione è fuori controllo anche in India

I più fortunati riescono a trasferirsi e a spostarsi in altre parti del Paese. Secondo Huzoor Bakhsh, un giornalista che scrive a Jacobabad dagli inizi del 2000, molte persone della classe operaia si trasferiscono a Quetta, nel Belucistan, dove lavorano come braccianti.

Ma, come la maggior parte della sua comunità, come i poco abbienti e gli sfortunati, Akbar va al lavoro la mattina presto e lavora dalle 12 alle 14 ore, guadagnando circa 500 rupie (£ 1,98, all’incirca 2 euro) al giorno.

Non ha altra scelta che affrontare l’ondata di caldo. E chissà se anche oggi ce la farà.

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Fonti: ESA / The Guardian

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