La situazione del Po è sempre più drammatica: il livello del fiume è più basso di Ferragosto

Il Po è agonizzante: il livello del corso d'acqua è più basso rispetto a quello registrato lo scorso Ferragosto. A rischio le coltivazioni italiane di grano, mais e soia

Il fiume più importante d’Italia è spaventosamente a secco e grida aiuto: a guardare il Po sembra di essere in pieno agosto e invece siamo soltanto a metà maggio. Il suo livello è più basso di questo registrato a Ferragosto lo scorso anno. In questi giorni è sceso, infatti, a -2,7 metri rispetto allo zero idrometrico. A denunciare la grave situazione è la Coldiretti, che lancia l’allarme siccità, provocata dall’ondata di caldo africano che sta soffocando la nostra penisola.

“Il più grande fiume italiano è praticamente irriconoscibile con una grande distesa di sabbia che occupa la gran parte del letto del fiume fondamentale per l’ecosistema della pianura padana dove per la mancanza di acqua è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo” spiega la Coldiretti.

Ad essere a rischio sono principalmente le coltivazioni di riso, girasole, mais e soia, ma anche quelle di grano e altri cereali e foraggi destinati all’alimentazione degli animali da allevamento.

In questo modo l’Italia rischia, quindi, di essere ulteriormente dipendente dalle esportazioni di materie prime in un momento particolarmente critico per via della guerra in Ucraina.

L’assenza di precipitazioni – precisa la Coldiretti – colpisce i raccolti nazionali in una situazione in cui l’Italia è dipendente dall’estero in molte materie prime e produce appena il 36% del grano tenero che serve per pane, biscotti, dolci, il 53% del mais per l’alimentazione delle stalle, il 56% del grano duro per la pasta e il 73% dell’orzo.

Secondo la Coldiretti, la siccità provocherà dei danni al settore agricolo pari ad un miliardo di euro all’anno.

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Siccità: un’emergenza globale

A far fronte all’emergenza siccità non è solo l’Italia. Fra i Paesi più colpiti dall’ondata record di calore c’è anche l’India, dove in queste settimane i termometri hanno sfiorato i 50°. Una situazione drammatica che ha spinto il governo di Delhi a bloccare le esportazioni verso alcune aree degli Stati Uniti e l’Europa.

A mettere in guardia sulla crisi idrica e le sue conseguenze nefaste sono state anche le Nazioni Unite: secondo le previsioni contenute nel report pubblicato qualche giorno fa, entro meno di 30 anni, il 75% del Pianeta dovrà fare i conti con la siccità. Praticamente da 4,8 a 5,7 miliardi di persone potrebbero vivere in aree con carenza d’acqua per almeno un mese all’anno e ben 216 milioni di persone potrebbero essere costrette ad abbandonare le loro case.

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Fonti: Coldiretti/Autorità Distrettuale del Fiume Po

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