Vivisezione: l’Emilia-Romagna premierà i migliori metodi alternativi, ma nei laboratori di Parma i macachi sono ancora usati come cavie

L'Emilia-Romagna ha deciso di istituire un bando per premiare i lavori di ricerca migliori alternativi alla vivisezione. Peccato, però, che nei laboratori dell'Università di Parma alcuni macachi siano ancora tenuti prigionieri, pronti ad andare incontro ad un destino terrificante

Ancora oggi, nel 2022, la sperimentazione animale è fonte di indicibile sofferenze e stress per tantissimi criceti, conigli, scimmie e altre specie in Italia. E quest’orrore proseguirà per altri tre anni circa nel nostro Paese, come stabilito dal decreto Milleproroghe.

Ma l’Emilia-Romagna ha deciso di lanciare un messaggio forte contro questa forma di crudeltà inaudita: è stato infatti appena pubblicato un bando che prevede l’assegnazione  di un premio da 1.000 euro alle 10 migliori tesi di laurea e 6 borse di ricerca da 15.000 euro ai neolaureati che collaborano su progetti di ricerca alternativi alle vivisezione.

L’obiettivo della Regione, fra le prime a dotarsi di una legge in materia nel 2002, è quello di promuovere quei metodi scientifici che non prevedono maltrattamenti su animali. Un’iniziativa assolutamente lodevole. Peccato, però, che nei laboratori dell’Università di Parma alcuni macachi sono destinati a subire delle atroci torture. Qui vengono usati come cavie per portare avanti il controverso progetto Light-up, condotto dall’Università di Parma e Torino.

Ci appelliamo alla Regione Emilia Romagna, e all’Università di Parma e Ferrara, per far cessare almeno gli esperimenti sui macachi, in entrambi gli atenei  – commentano le associazioni Meta Parma e Avi Parma, che da tempo chiedono la liberazione dei poveri macachi –
Dopo anni di battaglie, proteste e petizioni per i macachi di Parma, è un ulteriore appello per la liberazione di queste creature, con l’invito a un gesto importante di cambiamento verso una ricerca etica nel rispetto della vita di tutti, animali compresi. Le manifestazioni e i cortei per la liberazione dei macachi di Parma vanno avanti da anni, con un presidio fisso quotidiano davanti agli stabulari. Continueremo a chiedere la loro liberazione, e speriamo che la Regione e le Università ascoltino il nostro appello.

Come verranno assegnati i premi

I premi previsti dalla Regione Emilia-Romagna andranno a quei lavori di tesi elaborate nel corso degli ultimi ultimi tre anni accademici (2019-2020, 2020-2021 e 2021-2022) dagli studenti di uno dei quattro atenei regionali. Invece le borse di studio sono destinate ai neolaureati che negli ultimi due anni hanno preso parte a progetti di ricerca sui metodi alternativi alla sperimentazione sugli animali vivi.

“La selezione delle candidature sarà affidata ad una apposita commissione nominata dall’assessorato alle Politiche per la salute e composta dal responsabile del Servizio Prevenzione collettiva e Sanità pubblica della Regione, affiancato da due membri del Comitato etico regionale per la sperimentazione animale istituto sulla base della legge regionale in materia, un esperto dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e Emilia-Romagna e un rappresentante del ministero della Salute” si legge nella nota diffusa dalla Regione.

L’orrore nei laboratori di Parma, dove i macachi sono usati come cavie

L’iniziativa dell’Emilia-Romagna è sicuramente lodevole, ma riaccende i riflettori sui macachi che si trovano ancora rinchiusi nei laboratori di Parma per essere utilizzati come cavie nell’ambito del progetto Light-up, che prevede lo studio di patologie umane della vista attraverso la lesione della corteccia cerebrale di macachi, a cui viene indotta la cecità. Una crudeltà spaventosa. E al termine della sperimentazione è prevista la soppressione degli animali.

sperimentazione macachi parma

@AVI Parma

Per questi primati, che sono animali molto intelligenti e sensibili, sono previsti cinque anni di esperimenti e poi la soppressione. Le loro immagini sono arrivate al cuore di tutti e hanno fatto il giro del mondo, per loro ci sono state manifestazioni in Italia e all’estero. – spiega l’associazione AVI Parma – Sono i macachi amati da tutti, simbolo di libertà e ora anche di resistenza, proprio perché paradossalmente ancora rinchiusi nei laboratori di sperimentazione.

Per le associazioni che si battono per la liberazione delle scimmiette si è riaccesa la speranza a seguito dell’annuncio della pubblicazione del bando che prevede i premi destinati ai migliori progetti sui metodi alternativi alla vivisezione.

Ringraziamo la Regione Emilia Romagna e le Università aderenti al progetto, è un importante passo avanti verso una ricerca senza animali, e ne siamo davvero felici. Sarebbe straordinario se all’interno di queste università, potessero farsi dei congressi e dei dibattiti sui progressi già reali e le grandi potenzialità della ricerca senza animali, facendo partecipare professionisti già preparati sull’argomento, come ad esempio gli scienziati della Limav, Lega Internazionale Medici per l’Abolizione della Vivisezione. – hanno commentato le associazioni Meta Parma, Avi Parma, Salviamo i macachi di Parma. – Come cittadini e come associazioni di volontariato a difesa degli animali, ci stiamo battendo da anni per la liberazione dei macachi di Parma, e sappiamo che anche a Ferrara si sta sperimentando sui macachi. Per l’Emilia Romagna il passo più grande e significativo verso una ricerca etica sarebbe liberare i macachi, che ricordiamo sono primati, creature sensibili e molto vicine e simili all’uomo, e proprio in virtù di questa loro somiglianza non possono continuare a rimanere negli stabulari. Nessun animale e nessuna creatura dovrebbe subire la sperimentazione in un laboratorio, gli animali soffrono, sentono il dolore sia fisico sia psicologico, sono esseri senzienti, non sono oggetti da usare come test da laboratorio.

Per firmare la petizione per chiedere di liberare i macachi CLICCA QUI.

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Fonte: AVI Parma/Regione Emilia-Romagna 

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