In una missione in Antartide, un team di esperti ha rilevato un grande volume d'acqua in un serbatoio naturale sotto la calotta glaciale. La falda acquifera sarebbe profonda due volte le dimensioni del famosissimo grattacielo newyorkese Empire State Building
Nell’Antartide occidentale, in corrispondenza del cosiddetto Whillans Ice Stream (flusso di ghiaccio Whillans), un team di scienziati e geofisici di sei istituti di ricerca internazionali ha localizzato un enorme sistema idrico subglaciale che si estende sotto la calotta antartica fino agli 820 metri di profondità. Per intenderci due volte l’Empire State Building, che misura circa 440 metri.
La falda acquifera è spessa 1 chilometro ed è costituita da una miscela di acqua salata e acqua dolce originatasi dallo scioglimento dei ghiacciai e, come altri laghi e fiumi subglaciali già noti ai ricercatori, ha la funzione di agevolare il movimento del ghiaccio sovrastante, un po’ come un lubrificante naturale, in contrasto con il fondo di ghiaia e altri sedimenti qui presenti.
Negli anni infatti erano stati localizzati vari bacini sedimentari porosi al di sotto del livello del mare, tra i ghiacci ed il substrato roccioso, che hanno immagazzinato grandi volumi di acque sotterranee.
Le persone hanno ipotizzato che ci potrebbero essere delle acque sotterranee profonde in questi sedimenti, ma fino ad ora nessuno ha eseguito delle indagini dettagliate,
ha affermato Chloe Gustafson, autrice principale dello studio pubblicato di recente sulla rivista Science.
Analizzare questi bacini è purtroppo assai complesso per via della loro profondità: i ricercatori prima d’ora erano riusciti a perforare uno strato superficiale di ghiaccio, raggiungendo con i loro strumenti solo qualche metro delle falde.
Per poter superare questo ostacolo, il team di esperti ha eseguito un’indagine magnetotellurica per misurare l’energia elettromagnetica di ghiaccio, sedimenti, acqua dolce e acqua salata. I loro strumenti sono stati posizionati nella neve in circa 50 punti differenti dell’Antartide occidentale per sei settimane durante un’intensa spedizione, durata da novembre 2018 a gennaio 2019.
I dati hanno confermato la presenza di una falda sotterranea sotto la base del ghiaccio che si estende da mezzo chilometro a quasi due chilometri prima di toccare il substrato roccioso.
La quantità di acque sotterranee che abbiamo trovato era così significativa che probabilmente influenza tutti i processi del flusso di ghiaccio. Ora dobbiamo scoprire di più e capire come incorporarlo nei modelli di previsione climatica,
ha detto la dottoressa Gustafson.
I ricercatori intendono ora studiare approfonditamente tale bacino d’acqua poiché si teme l’impatto che l’assottigliamento dello strato di ghiaccio possa avere su questa enorme quantità d’acqua custodita al di sotto della calotta polare. Se il flusso dovesse invertirsi, le acque più profonde potrebbero risalire verso l’alto e avere delle notevoli implicazioni sull’innalzamento del livello dei mari.
Fonti: Science / Columbia Climate School
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