Olio di girasole: le aziende lo stanno sostituendo con colza e palma (senza avvertire nelle etichette), l’allarme di Foodwatch

A causa del conflitto in Ucraina, l'olio di girasole viene sostituito con altri olii vegetali, non sempre prodotti secondo le norme europee - e il consumatore è troppo spesso lasciato all'oscuro

Le conseguenze economiche, sociali e ambientali del conflitto russo-ucraino fanno ormai parte della nostra quotidianità e stanno costringendo governi e industrie a fare delle scelte – non sempre per il bene dei consumatori. Un esempio è dato dall’improvvisa mancanza dell’olio di semi di girasole di cui l’Ucraina era, fino a pochi mesi fa, uno dei maggiori esportatori al mondo.

L’olio di semi è una delle materie prime maggiormente utilizzate nell’industria alimentare: biscotti, merendine, sughi pronti, creme spalmabili, piatti pronti, prodotti panati…insomma, la lista dei prodotti che contengono olio di girasole e che ora si vedono privati di questo ingrediente è molto lunga – e ciò ci dà un’idea della gravità del problema.

L’Ucraina non esporta più il prezioso olio, e l’industria alimentare deve rapidamente trovare un sostituto degno. Per il momento, le aziende si stanno rifornendo di altri tipo di olio, come quello di palma o quello di colza: spesso però, si tratta di prodotti importati dal continente americano (Stati Uniti, Canada, Paesi dell’America Latina) contenenti OGM – qui in Europa vietati per i danni che possono provocare alla salute.

Ma non solo: le aziende alimentari chiedono deroghe, vista l’eccezionalità del momento storico, per poter vendere i propri  prodotti con nuovi ingredienti senza dover cambiare le etichette né specificare la presenza di organismi geneticamente modificati. In pratica, lasciando noi consumatori nell’ignoranza rispetto ai cambiamenti che stanno avvenendo lungo la filiera produttiva.

In Francia, per chiedere alle aziende (e al governo) maggiore trasparenza e correttezza per quanto riguarda le etichette dei prodotti alimentari, l’associazione FoodWatch ha lanciato una petizione sul proprio portale: le etichette devono essere chiare e contenere tassativamente tutte le informazioni sulla presenza di allergeni, sull’origine delle materie prime, sull’eventuale modifica degli ingredienti o sulla riformulazione delle ricette.

©FoodWatch France

La petizione è rivolta a tutti gli attori dell’industria alimentare, dalle multinazionali presenti sul territorio francese ai produttori fino alle catene di supermercati che si occupano della distribuzione e della vendita:

Siamo stati informati che molte aziende devono adattare le ricette di determinati alimenti e utilizzare fonti di approvvigionamento alternative, come l’olio di colza o l’olio di palma. Queste riformulazioni sono in corso, con esenzioni da parte delle autorità per consentire un cambio di ingredienti senza un cambio immediato delle etichette sui prodotti.

Noi consumatori possiamo comprendere alcuni adattamenti delle ricette in caso di emergenza, ma rivendichiamo il nostro diritto di sapere. Un elenco dei prodotti interessati disponibile online è utile ma non sufficiente. Queste informazioni devono essere a disposizione di tutti al momento dell’atto di acquisto, per ogni prodotto, sugli scaffali dei supermercati, così come sui propri siti, social network e sui siti di vendita online.

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Fonte: FoodWatch France

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