Circa il 40% delle terre emerse è ormai irrimediabilmente compromesso a causa di inquinamento, agricoltura intensiva, cementificazione e sfruttamento delle risorse naturali
L’impronta dell’essere umano sull’ambiente naturale è più visibile (e distruttiva) che mai: cementificazione selvaggia, deforestazione e incendi, distruzione degli habitat e degli ecosistemi, agricoltura intensiva stanno danneggiando il nostro Pianeta in maniera irreparabile; fino al 40% delle terre emerse di tutto il mondo (con particolari concentrazioni in Asia, Africa e Sud America) sono già compromesse senza possibilità di recupero.
È quanto emerge da un nuovo rapporto diffuso dalla Convenzione delle Nazioni Unite contro la desertificazione (UNCCD), una branca delle Nazioni Unite che ha come obiettivo quello di salvaguardare i territori maggiormente minacciati da siccità e desertificazione, e di sostenere la sopravvivenza delle comunità che vivono in queste regioni del mondo.
Il degrado del suolo sta colpendo cibo, acqua, carbonio e biodiversità. Sta riducendo il PIL, incidendo sulla salute delle persone, riducendo l’accesso all’acqua pulita e peggiorando la siccità – spiega Ibrahim Thiaw, segretario esecutivo dell’UNCCD. – L’agricoltura moderna ha alterato la salute del nostro Pianeta, più di qualsiasi altra attività umana.
Ma cosa vuol dire esattamente “degradato”? Sotto questa etichetta non ci sono solo terreni aridi e deserti, foreste bruciate e private dei loro alberi, aree fortemente urbanizzate: anche aree intensamente coltivate o terreni verdi privi di vegetazione sono da considerarsi nel novero dei territori degradati. La degradazione del suolo, infatti, si verifica quando la copertura del suolo viene rimossa, causando il dilavamento del suolo stesso.
Secondo i dati diffusi dal report, fino al 70% della superficie terrestre è stata già alterata dal suo stato naturale, e ciò ha provocato un degrado ambientale senza precedenti che contribuisce, fra le altre cose, anche al riscaldamento globale e alla crisi economica: si stima infatti che circa 44 trilioni di dollari siano a rischio a causa dell’esaurimento delle risorse naturali.
Purtroppo, la stima fatta dal UNCCD potrebbe essere più rosea di quella che è la realtà, nascondendo un danno ben più consistente e che potrebbe riguardare un terzo della popolazione mondiale che attualmente già vive nelle regioni più aride del mondo, dove le risorse idriche sono scarse o inaccessibili.
QUI è possibile leggere il report completo.
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Fonte: UNCCD
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