Secondo una recente ricerca le persone dotate di fervida immaginazione e fantasia presentano uno specifico movimento oculare. I dati ottenuti mostrano come la risposta pupillare alla luce sia un indice fisiologico di mancanza o presenza di fantasia.
C’è un ampio spettro di quanto possano essere vivide le immagini visive; a un’estremità dello spettro ci sono le persone prive di fantasia, ossia coloro che non hanno la capacità di creare immagini visive, e all’altra estremità ci sono le persone con iper fantasia, che hanno immagini visive così vivide come la visione reale.
Lo studio, condotto da ricercatori dell’UNSW Sydney e pubblicato su eLife, ha scoperto che le persone prive di immaginazione non hanno risposto quando gli è stato chiesto di immaginare oggetti scuri e chiari, mentre quelli con una spiccata fantasia ci sono riuscite.
Per valutare in primo luogo il riflesso pupillare di quest’ultime, i ricercatori hanno incluso 42 partecipanti allo studio dotati di immaginazione visiva, e li hanno dotati di occhiali per tracciare i movimenti oculari e le dimensioni della pupilla.
I partecipanti sono stati quindi esposti a forme luminose o scure su uno sfondo grigio, che prevedibilmente evocava costrizione pupillare in risposta a forme luminose (paragonabile a guardare un cielo luminoso) e dilatazione pupillare in risposta a forme scure (dopo aver spento una luce).
Successivamente, per testare le immagini visive, vale a dire la capacità della mente di visualizzare gli oggetti, ai partecipanti è stato chiesto di immaginare semplicemente quelle stesse forme chiare o scure con gli occhi aperti, in modo che le loro pupille fossero tracciate, e successivamente di riferire la vividezza di quelle immagini.
I ricercatori hanno scoperto che anche in risposta a forme immaginarie, luminose e scure, le pupille dei partecipanti si restringevano e si dilatavano in modo appropriato.
I ricercatori hanno voluto approfondire queste differenze, quindi hanno eseguito scansioni fMRI su 24 persone senza fantasia, 25 con iperfantasia e 20 con immagini di fascia media. Hanno anche condotto test neuropsicologici, cognitivi e di personalità su tutti i partecipanti.
Le scansioni hanno rivelato che, rispetto al gruppo privo di immaginazione, le persone con iper fantasia avevano connessioni più forti tra le parti del cervello responsabili della visione, che diventano attive nelle immagini visive.
Le persone con iper fantasia hanno anche prodotto descrizioni più ricche di ricordi e scenari immaginati, e hanno riferito più estroversione e apertura alle esperienze sui test di personalità, rispetto ai partecipanti degli altri due gruppi.
La ricerca suggerisce che la vividezza delle immagini può essere collegata a differenze nei profili cognitivi e di personalità. Questi risultati evidenziano ulteriormente l’ampia variabilità della mente umana.
Questo nuovo metodo consentirà di comprendere i meccanismi cerebrali e le implicazioni globali su come pensiamo, prendiamo decisioni e sentiamo.
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Fonte: eLife
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