La nave, battente bandiera della Guinea Equatoriale, stava trasportando 750 tonnellate di carburante diesel dall’Egitto all’isola di Malta. Ora è corsa per scongiurare lo sversamento in mare
La petroliera Xelo è affondata con il suo carico di diesel a largo delle coste del Golfo di Gabes, in Tunisia. Lo scorso venerdì sera la nave stava trasportando oltre 750 tonnellate di carburante (corrispondenti a circa un milione di litri) dall’Egitto all’isola di Malta quando un peggioramento delle condizioni metereologiche ha bloccato la sua navigazione.
Il maltempo ha provocato danni all’imbarcazione, che ha iniziato ad imbarcare acqua a circa 4 miglia di distanza dal porto: secondo la testimonianza di chi era a bordo, la sala macchine è stata completamente invasa dall’acqua. Questo non ha permesso alla nave di attraccare, anzi ha dato avvio al processo di affondamento che si è concluso nelle prime ore di ieri.
Tutti i membri dell’equipaggio (sette: il capitano georgiano, quattro turchi e due azeri) sono stati tratti in salvo dalla guardia costiera tunisina e ora si trovano in un hotel sulla costa, dove sono stati ascoltati dalle autorità. Per il momento non ci sarebbero ancora perdite di carburante in acqua, ma non è escluso il rischio di sversamento.
Sul luogo dell’incidente si è recata anche la Ministra per l’Ambiente tunisina, Leila Chikhaoui, che ha dichiarato:
La situazione è per ora sotto controllo. Pensiamo che lo scafo della petroliera sia ancora a tenuta stagna e non ci siano perdite per il momento. Siamo certi che i mezzi che abbiamo già a nostra disposizione ci consentiranno di limitare le conseguenze dell’incidente.
In queste ore si sta riunendo in seduta straordinaria un comitato per la prevenzione delle catastrofi, che deciderà i provvedimenti da prendere per scongiurare il rischio dell’ennesimo disastro ambientale di proporzioni enormi.
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Fonti: The Guardian / ANSA
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