Le miniere d’oro illegali non solo hanno un devastante impatto ambientale, ma comportano anche terribili abusi da parte dei minatori sulle popolazioni indigene, tra cui estorsioni sessuali a donne e ragazze. Nonostante ciò, aumenta è cresciuto in maniera record l’estrazione dalla più grande riserva del Brasile
Sono chiamati garimpeiros i minatori illegali che lavorano nei campi d’oro in una piccola zona dell’Amazzonia brasiliana. Nel corso dei secoli, i garimpeiros hanno perlustrato e saccheggiato le zone più remote della foresta amazzonica alla ricerca dell’oro e, di certo, non si sono guadagnati una buona fama.
Loro, i garimpeiros, portano alla luce l’oro che brilla in tutto il mondo, ma hanno la più sporca delle reputazioni. L’estrazione dell’oro è responsabile di circa il 10% della deforestazione amazzonica, nonché della contaminazione da mercurio e della sedimentazione di fiumi vitali. E loro, i garimpeiros, sono violenti e immorali.
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Almeno è questo quanto emerge dal nuovo rapporto della Hutukara Yanomami Association (Hay) che esamina la distruzione provocata dall’estrazione illegale dell’oro proprio nell’Amazzonia brasiliana.
Il rapporto racconta l’evoluzione dell’estrazione illegale nel Territorio Indigeno Yanomami (TIY) nel 2021. Coprendo un’area equivalente alla dimensione del Portogallo, distribuita negli Stati di Roraima e Amazonas, la terra indigena Yanomami compirà 30 anni di demarcazione il 25 maggio 2022 e già all’epoca del decreto, il territorio era invaso dall’estrazione illegale di quelli che in inglese si chiamano wildcat mining, i minatori illegali.
Nel report, basato su immagini satellitari e interviste agli abitanti, si descrive come la presenza dell’attività mineraria nel TIY sia causa di sistematiche violazioni dei diritti umani nelle comunità che vi abitano. Oltre alla deforestazione e alla distruzione dei corpi idrici, l’estrazione illegale di oro (e di cassiterite) nel territorio yanomami ha provocato un’esplosione di casi di malaria e altre malattie infettive e contagiose, con gravi conseguenze per la salute e l’economia delle famiglie, e uno spaventoso aumento della violenza contro gli stessi indigeni.
Dunque, l’area delle miniere illegali si trova esattamente nella riserva della popolazione indigena Yanomami nella foresta pluviale amazzonica ed è aumentata del 46% nel 2021, arrivando a 3.272 ettari. Si tratta del più grande aumento annuale dall’inizio del monitoraggio nel 2018.
Oltre a deforestare le nostre terre e distruggere le nostre acque – si legge nel rapporto – l’estrazione illegale di oro e cassiterite nel territorio degli Yanomami ha portato un’esplosione di malaria e altre malattie infettive… e una spaventosa ondata di violenza contro gli indigeni.
Gli abusi e le violenze
La devastazione non si ferma al “solo” impatto ambientale: nella riserva degli Yanomami, i minatori illegali sono anche accusati di tantissimi abusi nelle comunità indigene, incluso l’avvelenamento dei fiumi con il mercurio utilizzato per separare l’oro dai sedimenti, così come attacchi mortali ai residenti.
I minatori sono colpevoli di somministrare alcol e droghe agli Yanomami e abusare sessualmente di donne e ragazze. E tutto ciò alla luce di un altro desolante dato: il tentativo di Jair Bolsonaro di legizzare l’attività mineraria nelle terre indigene.
QUI trovi il rapporto completo.
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Fonte: HAY
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