Trovato mercurio nelle creme schiarenti e anti-age vendute online, lo studio

Secondo un nuovo rapporto dello Zero Mercury Working Group (ZMWG), alcune creme sbiancanti per la pelle contengono alti livelli di mercurio ma, nonostante questo, continuano ad essere vendute su noti siti di e-commerce come eBay, Amazon e Alibaba in diversi Paesi (tra cui non figura l'Italia)

Per condurre l’indagine, lo Zero Mercury Working Group (ZMWG) ha acquistato e testato 271 prodotti schiarenti per la pelle da oltre 40 siti di e-commerce in 17 paesi in Europa, Asia, Africa e America. L’obiettivo era ovviamente quello di individuare in questi prodotti la presenza di mercurio e verificarne i livelli.

Il mercurio è usato come agente sbiancante della pelle perché blocca la produzione di melanina e può servire anche a rimuovere macchie e lentiggini. Non stupisce dunque che sia stato effettivamente trovato in una gran parte dei campioni, il problema è che spesso era oltre i limiti legali.

L’indagine ha evidenziato che ben 129 prodotti in 16 paesi presentavano alti livelli di mercurio. Questi sono stati venduti in oltre 30 siti diversi per poi essere utilizzati da consumatori ignari dei rischi un po’ in tutto il mondo. Ricordiamo che il mercurio è estremamente tossico per la salute ad alti livelli e può avere un impatto sul corpo in vari modi.

Leggi anche: Mercurio: le fonti più comuni e 10 motivi per cui è tossico per il nostro organismo

Ma per capire di che livelli di mercurio si tratta dobbiamo fare un passo indietro. La convenzione di Minamata sul mercurio del 2013, approvata anche dall’Ue ed entrata in vigore nel 2021, fissa i limiti da non superare relativamente a questa sostanza nei cosmetici in 1 mg/kg di mercurio, o 1 parte per milione (ppm).

Ma il 47% dei prodotti sbiancanti per la pelle testati dallo ZMWG conteneva più del livello consentito di mercurio, si parla di oltre 10.000 ppm di mercurio e in alcuni casi di oltre 50.000 ppm, secondo il rapporto.

Ma la cosa più grave è che questa non è certo la prima volta che lo ZMWG segnala il problema, già test precedenti avevano portato alcuni marchi a ritirare lotti contaminati, ma lo studio più recente rivela che molte delle stesse aziende sono tornate poi a vendere prodotti contaminati dal mercurio, la maggior parte dei quali sono stati prodotti in Pakistan, Messico, Cina o Thailandia.

Un totale di 36 marchi hanno realizzato prodotti che contenevano alti livelli di mercurio, venduti poi online. Tra questi c’erano alcune delle creme prodotte dalle società pakistane Goree, Aneeza, Faiza, Chandni e Noor, Kim con sede in Thailandia, Jiaoli con sede in Cina e La Tia Mana con sede in Messico.

I siti che vendono creme sbiancanti al mercurio

Ma la responsabilità non è solo delle aziende che producono le creme sbiancanti al mercurio ma anche di chi le vende. Tra questi noti e-commerce come Amazon, Ebay e Alibaba.

In una dichiarazione al Guardian, Amazon ha affermato di aver rimosso i prodotti in questione e di aver messo in atto “misure proattive per impedire che prodotti sospetti o non conformi vengano elencati“.

Anche se Amazon scarica almeno in parte la responsabilità su terzi, in quanto i fornitori che utilizzano il sito di e-commerce sono responsabili della sicurezza dei prodotti che vendono.

C’è poi Ebay, dove sembra che questi prodotti compaiano ciclicamente, cambiando di fatto semplicemente il venditore.

La CNN ha contattato eBay a dicembre in merito alla crema di bellezza Chandni e alla crema giorno e notte Goree presenti sul sito, ma già incriminate a causa del mercurio dal precedente rapporto ZMWG del 2019. I prodotti sono stati prontamente ritirati ma – magicamente – a febbraio la crema di bellezza Chandni era nuovamente disponibile tramite un venditore diverso.

I prodotti che contengono mercurio a cui fare attenzione

La seguente tabella redatta da ZMWG, elenca tutti i prodotti offerti online che contenevano più di 1ppm di mercurio. Si elencano anche i Paesi in cui sono stati acquistati questi prodotti.

creme sbiancanti mercurio tabella

©ZMDG

creme sbiancanti mercurio tabella 2

©ZMDG

L’allerta dunque non interessa l’Italia, l’unico Paese europeo che compare è il Belgio, ma facciamo comunque sempre attenzione a ciò che acquistiamo online (e non solo).

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Fonte: CNN / The GuardianZero Mercury Working Group

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